Kingman

Ah, goduria! Finalmente sono arrivato in un posto in cui depositare tutta la merda che mi porto appresso e fermarmi per la notte. Oggi finalmente ho ripreso a percorrere la 66. Devo dire che é stato bello ritrovarla dopo alcuni giorni trascorsi ad inseguire il sole nascosto spesso dalle nuvole. Adesso non ci sono nè francesi, nè italiani, nè tedeschi. La strada non é più bella dritta, a quattro corsie. Ai lati della strada ci sono di nuovo pittoreschi ruderi e testimonianze di un passato laborioso.

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Sto mangiando messicano in un ristorante sulla 66 a Kingman, AZ, e bevo una cerveza Tecate, hecho en Mexico. Madonna pietrificata, come sposa bene questa birra con l’enchilada. E’ difficile descriverlo.

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E’ curioso  ma qui il cappello da cowboy deve essere proprio saldato al cranio della gente. Non se lo tolgono mai. Sono qua, tutti al ristorante e tutti col cappello in testa. Anche se devo dire che stamattina a Cameron ho visto uscire da un’auto una famiglia di africani veri, in abiti tradizionali (stile Mobutu, per intenderci) ma sia il padre che il figlio con un cappello da cowboy enorme e francamente ridicolo. Più un sombrero che un cowboy hat. Anzi più che altro un ombrellone da spiaggia. Ci si stava sotto almeno in quattro e tutti all’ombra.

I due camminavano un po’ ancheggiando sentendosi probabilmente degli strafighi, solo che la scena, più che Sentieri Selvaggi di John Ford, ricordava Mezzogiorno e Mezzo Di Fuoco di Mel Brooks. Una scena abbastanza ridicola  e anche un po’ penosa. Anche i Navajo dai loro pickup guardavano ridendo.

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Questa mattina ho visitato le incredibili gole dell’Antelope Canyon, vicino a Page. Strettissime e profonde una ventina di metri, sono state scavate dall’acqua e dal vento. Tutto levigato e sinuoso questo budello si allunga un paio di centinaia di metri con degli straordinari giochi di luce e colori. Uscito dall’Antelope Canyon mi sono diretto al Gran Canyon che non ho più visitato dal 2000.

Infine una notizia rubata da un giornale visto in un supermercato. Riguarda l’attrice che interpretò Wendy, la moglie di Jack in Shining:

Vivete anche voi la sua tragedia. Dice che degli alieni vivono nel suo corpo.

shelley

Bryce Canyon e francesi

bryce-canyonSono a Page, in prossimità del Lake Powell. Sono in una Steak House in cui tutti i camerieri sono stranieri. Ci sono russi, italiani e alcuni sono vestititi da cowboy con cinturone pistola e proiettili. C’é una strana atmosfera qua dentro, come se si trattasse di una strana congregazione. Ho fatto un giro prima per le strade di Page e ho contato almeno una decina di chiese ma page é piccolissima. Come al solito sto incontrando una marea di turisti francesi qui nel quadrato dei grandi parchi.

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Questo pomeriggio ho fatto una magnifica camminata all’interno del Bryce Canyon. Purtroppo il sole veniva e andava ed é stato difficile riuscire a fare panoramiche come volevo. Poi alla fine ha pure cominciato a tuonare e a quel punto mi sono rotto i coglioni e sono partito verso sud.

Non so se ho già affrontato l’argomento roadkill ma qua in USA é una vera ecatombe. Questa mattina nei pressi di Escalante sono passato di fianco ad un orsetto lavatore tutto sbudellato fresco. Dopo un centinaio di metri un altro roadkill. Cerco di evitare pure questo, lo guardo bene…

Ma no, cazzo! Si muove ancora. Accosto, esco dall’auto e torno indietro sperando che nel frattempo non arrivi nessuno. Trovo questo animaletto sdraiato sulla schiena che scalcia nell’aria. Uno scoiattolo o un cane della prateria. Lo prendo e lo porto lontano dalla strada all’ombra di un cespuglio.

squirrel

E’ chiaramente vivo e non sembra nemmeno ferito. Mi guarda, si muove un po’, anzi sempre di più. Probabilmente é cascato giù da una rupe che si trova a fianco della strada. Uno strazio comunque.

E’ veramente impressionante la quantità di animali morti in strada: cervi, orsetti lavatori, puzzole, cani, cani della prateria, gatti, corvi, serpenti, armadilli e tanti altri ancora.

Adesso una specie di cowboy sta cantando Sweet Home Alabama  dei Lynyrd Skynyrd abbastanza male. Io so fare veramente meglio. Sbaglia pure le parole e poi sussurra invece di cantare. C’é un gran bel tramonto con vista sulla diga del Glen Canyon.

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Comunque ho avuto ancora una gran fortuna a trovare un posto in motel qui a Page. Ci passai l’ultima volta 2 o 3 anni fa e non ci fu verso di trovare un posto per dormire. Io e Eero arrivammo alle 2 del mattino a Flagstaff, l’unico posto in cui trovammo una stanza.

Emo-Navajo

Ma porcaputtana, prima di arrivare a Moab c’é sempre da star fermi in strada. Mi ricordo che fu così anche nel ’96. Che memoria. Da queste parti fanno sempre strani lavori che necessitano la chiusura completa di una corsia di strada per nessun motivo apparente, poi per farci muovere é sempre assolutamente necessaria l’auto ammiraglia con il cartello “Follow Me” sennò la gente, chissà, andrebbe fuori strada, si lancerebbe giù in un precipizio. Mah…

Comunque questa mattina a Bluff ho visto da un benzinaio un Navajo Emo. Fantastico! Mi sono messo a ridere tantissimo. Bluff é veramente l’ultimo posto della terra in cui avrei pensato ad un a presenza Emo. Ecco, magari non ce li vedo neanche su una qualche sperduta isoletta polinesiana, oppure nell’africa nera.

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Oggi sono stato tutto solo nella Valle degli Dei, e io di solito scrivo sempre la parola dio in minuscolo, non so se ve ne siete mai accorti. 17 miglia di buche e polvere per godere del silenzio unico che si sperimenta nel deserto. Forse il sole fa stare tutto immobile. Gli animali sono tutti rintanati sottoterra o immobili tra i cespugli.lizard La mia pelle scotta. Le mie braccia luccicano di sudore e le mosche mi ronzano intorno come fossi merda prelibatissima. Girano dei micro-scoiattoli ogni tanto, non più lunghi di 10 centimetri, coda inclusa. Velocissimi. Si sentono solo i miei passi e gli scricchiolii del trepiede Manfrotto che oramai ho sempre in spalla ovunque vada. Questo pomeriggio sono entrato nel parco di Arches alle 5 pensando già che fossi in ritardo, invece come mi sta accadendo spesso in questi giorni ci azzecco alla grande.tramonto1 Infatti anche questa volta arrivo giusto in tempo per un tramonto spettacolare che mi lascia senza parole, anche un po’ ricoglionito addirittura. Per colpa del sole probabilmente…

arches

Adesso  é sera e sto vivendo un’esperienza di viaggio tipica: il rituale del bucato. Ho scovato proprio di fronte al ristorante in cui ho mangiato, una Laundry aperta 24h e adesso sto attendendo che i miei stracci asciughino nel dryer. Diverse famiglie Navajo stanno attendendo con me. Donne bruttissime. Oggi ho scattato tantissime panoramiche. Almeno 7 GB di materiale. Facendo due calcoli mi ci vorranno mesi per post-produrre tutte le foto. Domani un’altra tappa di rito sicuramente intensa all’interno di Canyonlands.

Texo al lavoro

Qui dentro alla Laundry c’é un piccolo indiano di forse 3 anni agitatissimo. Ripeto AGITATISSIMO. Continua a correre in giro farfugliando, cade per terra ogni dieci passi. Devono avergli dato una droga. Si rotola a terra e poi a carponi passa sotto tutti i tavoli. Si ferma davanti al distributore di gomma da masticare e comincia a scuoterlo, poi salta istericamente facendo gesti propiziatori per fare cadere le gomme che però non si muovono, allora grida.

Cazzo se lavano male queste macchine. Sotto le acelle di una mia maglietta sono rimasti degli imbarazzanti aloni di sudore fossile, direi a questo punto.

Gary Grancanyon

Che giornata ragazzi! Fantastica. Una delle più belle e intense. Oggi si é trattato di una totale immersione desertica. Dico solo che adesso sono quasi le 10 di sera e mi trovo davanti ad una succulenta bistecca di bufalo. Sono partito questa mattina da Gallup diretto al Canyon De Chelly, una gola nascosta in cui si insediarono gli Anasazi intorno all’anno 1000, in seguito abbandonata e poi rioccupata dai Navajo che ne fecero una specie di fortezza ben difesa.

canyon-de-chelly

indiano-zoppicanteUscendo dal canyon ho incontrato un indiano sul ciglio della strada che zoppicava. E’ curioso constatare come sotto questo sole noi bianchi ci svestiamo, loro invece sono copertissimi e vestitissimi sotto un sole che cuoce. L’indiano faceva l’autostop e l’ho tirato su. Doveva andare a Chinle dal dottore perché la gamba gli faceva  molto male e si era inoltre tutta gonfiata. Mentre ci dirigevamo verso Chinle mi racconta che sua madre é morta il mese prima a 83 anni per una crisi cardiaca, ma pure lui di cuore non sta molto bene. Mi dice che un anno fa é stato operato al cuore e mentre racconta si sbottona la camicia e mi mostra una cicatrice mostruosa che gli segna tutto il petto. SHIT! esclamo io. Arriviamo a Chinle e prima di scendere mi chiede un dollaro. Glielo do e riparto. Intanto devo prendere la consueta decisione riguardo all’attraveramento della Monument Valley. Prenderla da est o da ovest? Sono già le 5 di sera percui decido che é meglio correre subito nella monument per godere della luce giusta. Faccio benzina a Kayenta, mi compero un panino che mangio seduto in macchina. Mi si avvicina un altro indiano dall’aspetto molto trasandato, senza denti e veramente vestito di stracci. Indossa una maglietta nera tutta piena di buchi che sembra esser stata rosicchiata dai topi. Comincia a parlarmi in un inglese misto navajo, misto alkohol. Mi dice di chiamarsi Gary Grancanyon e mi mostra un documento d’identità. E’ vero, di cognome fa proprio Grancanyon. Mi dice che ha fame e chiede 3 dollari. Non uno, non due. Ne vuole per l’esattezza 3. Gli rispondo che se ha fame vado volentieri a comperargli un panino. Torno dopo un attimo e gli consegno il cibo. Lui mi dice e la bibita? “Niente bibita Gary”. Hai degli spiccioli? “Niente spiccioli Gary. Enjoy your food, have a nice day, bye.” Poi parto alla volta della monument Valley.

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Con mia sorpresa scopro che presso il Visitor Center davanti alla maestosa panoramica sui Mittens é stato costruito un grosso albergo. Comincio la mia discesa nella valle. Tutto il percorso segue per circa 10 miglia una strada in terra battuta che gira attorno a queste maestose torri di roccia.

monument

Scatto furiosamente una panoramica dopo l’altra facendo i salti mortali per non riprendere nessuno nei miei scatti. Quando riguarderò queste foto avrò l’impressione di aver visitato la valle in perfetta solitutdine.

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Infine una piccola considerazione. Trascorro tante ore al giorno in macchina attraversando questi meravigliosi paesaggi ed é veramente difficile fermarsi per approfondire un luogo in particolare. Se avessi a disposizione qualche mese lo farei senza esitazione. Il mio viaggio é qualcosa di diverso dunque, nel senso che il viaggio stesso, il fatto di muoversi, é l’esperienza quasi spirituale che ogni tanto vivo. Il fatto di aver percorso per migliaia di chilometri la “Strada Madre” ne é il segno e il senso anche. Andare ad Ovest non é veramente solo spostarsi a occidente. C’é qualcosa di più profondo. Ogni tardo pomeriggio mi ritrovo a puntare verso il sole su strade desolate e l’emozione é grandiosa. La mia auto oggi é il mio cavallo. Un po’ come Dennis Hopper descrivendo le moto in Easy Rider le paragonava, con una similitudine più che lecita, alla mitologia del “cowboy” in sella al suo cavallo riferendosi alle immagini dei film di John Ford. E in tutta questa esperienza il punto centrale, ciò su cui si focalizzano la mia attenzione e le  mie emozioni, é il VIAGGIO.

strada_2

Met in parking lot

granaioAh! Finalmente sono nel deserto. E’ cominciato tutto d’un tratto direi da qualche parte tra Amarillo e il confine con il New Mexico. Erano un paio d’ore che viaggiavo in un paesaggio perfettamente piatto, puntellato da installazioni eoliche ed enormi granai. Poi d’un tratto la strada si getta giù da questo enorme plateau e comincia il classico paesaggio desertico fatto di formazioni rocciose erose e sabbia rossa.

mulini

Bucckle Up, It’s Our Law! In questo paese i cartelli sono sempre molto perentori. Ne ho visto uno che diceva”Hit A Worker, $10000 fine, Lose Your License”.

motel1Ora sono seduto ad una tavola calda a Tucumcari, N.M. Qui la 66 offre un vero e proprio festival d’insegne d’epoca di motel e negozi. Sto mangiando una Gallup Enchilada molto appetitosa. Qui il cibo messicano é quello che più assomiglia a cibo normale, sennò gli americani sanno fare solo bistecche e hamburger. Tutto il resto viene trasformato in brodaglia, in gravy. Tutto deve sempre essere denso e a base di smerdo. Strano, no?  Tutto deve sempre avere l’aspetto di sbocco. Ma come é possibile. Ma come si fa ad avere voglia di magiare qualcosa che ha l’aspetto di cibo appena vomitato. Questo rimane un mistero per me. L’occhio vuole la sua parte ma qua é sempre la parte peggiore che si becca.

diner_albuquerque

Bene, bene. Sono finalmente seduto al Sushi Hana, downtown Albuquerque. Un’ora fa, non sapendo esattamente come raggiungere il centro mi sono fermato in un parcheggio e ho chiesto un’informazione ad un tipo sulla cinquantina dall’aspetto amichevole. Ne é nata una discussione incredibile durata quasi un’ora. Poi é arrivata la moglie con il figlio e abbiamo interrotto. Si é parlato di musica, di Zappa. Pure lui un grande fan. Aveva molti dischi ma un conoscente gli ha rubato tutto. Ha ritrovato la refurtiva  in vendita in un grosso negozio di vinile di Albuquerque, ma non c’é stato nulla da fare.  Dice che una notte, dopo la morte di Zappa,  ha fatto degli strani sogni e tempo dopo (Mamma mia ma che tette c’ha una tipa qua di fronte. Assurde. Sta apposta tutta dritta per spararle fuori tutte dritte tra l’altro. Implants a go go, ma va bene. Tutta orgogliosa, magliettina grigia attillata e pantaloncini da ginnastica neri attillati anche quelli. Ma checcazzo! Tutto attillato? Sono totalmente ipnotizzato e non riesco a togliergli lo sguardo di dosso, cazzo! Gaaaz, la wasabi mi ha fatto lacrimare a balla. Ok, si é alzata e in piedi l’effetto é ancora migliore. Dev’essere stata putrellata per quanto sta dritta. Una bella putrella su per il culo, tutta bene in bolla. Che rettitudine. E’ uscita, finito lo spettacolo.

Devo solo decidermi se farmi un’altra Sapporo oppure dedicarmi al pacco sorpresa Sam Adams Variety Pack, con un assortimento di tutte le qualità di Sam prodotte che mi attende in frigo nella mia stanza cheap del Guesthouse Inn and Suites.

insegna1

Albuquerque é la città di Jimmy Carl Black, uno dei primi batteristi di Zappa. Me lo ha ricordato Alan Stefani. Ci siamo scambiati i numeri di telefono perché lui vorrebbe (ah guarda il caso… Mentre scrivo é partita una canzone dei No Doubt e chi canta? Gwen Stefani.) Dicevo che lui avrebbe delle cose da dire a degli amici in Italia ma essendo il suo italiano pessimo (ha vissuto a Verona da bambino) vorrebbe che facessi da traduttore in un’improbabile conference call. Mi ha lasciato il suo numero di telefono e ha aggiunto sul foglietto di carta:
ALAN STEFANI
FROM ITALY
met in parking lot 7/24/9
madrid
Oggi Santa Fe. Sono al El Paseo Bar & Grill e ho ordinato un Plato de carne asada. Alla tele stanno facendo vedere una gara di surf per cani. Un’altra stronzata monumentale made in USA. Oggi sono passato dal piccolo villaggio di Madrid. Tutto pieno di stoni figli del polline. Ho percorso il Turquoise Trail ascoltando in Memory Of Elisabet Reed degli Allman Brothers ed é stato un altro momento estremamente intenso.
piattoAh, ma che bel piatto mi é arrivato.
Fanno vedere anche un bel po’ di Major League Soccer. Chicago vs Seattle e qualcuno potrà obbiettare quello che vuole ma le immagini degli stadi parlano da sole: 30, 40 mila spettatori per partita e calcio mostrato alla tele nella maniera più glamour possibile. Da insegnare anche agli italiani. Le nostre cronache a confronto si collocano nella lega di tele Cecenia. A Tirana forse parlano di calcio come fa Carpani, Ostinelli e compagnia bella. No, ma ripeto che questo fatto é fantastico. Ancora qualche anno e non ce n’é più per nessuno. Adesso é entrato uno con una gamba normale e una magrissima, quasi senza massols. La Bass é una gran birra che bevo spesso in USA. Adesso é passato un bambino di 7 anni circa con un bubbone in corrispondenza della rosetta dei capelli. Che rescio! Inoltre la cameriera qua dentro e una versione nana e racchia di Megane Gale. Non so se sia un’immagine facilmente decifrabile, ma é la prima cosa che mi é balzata alla mente. Bene cranberris, direi che comincio a fossilizzarmi qui a Santa Fe. Mo parto. Dopo un piscio, si intende. Ho mandato giù un litro di Bass percui, ocio texo, ovunque tu sia diretto. Adesso penso di andare in direzione di Gallup, verso la 666 che merita qualche bella panoramica poi magari si dorme a Shiprock o Cortez. Cazzarola adesso ci vorrebbe un bel sigaro o simile per consacrare la mia partenza.

66_non_asfaltata

Sono arrivato a Gallup, invece. Dopo aver percorso strade assolutamente deserte. Sono arrivato a Cuba ed erano quasi le 6, guardando sulla mappa da li partiva una strada diretta alla volta di Gallup. Mi son detto che questa era mia. Poi dopo un paio di miglia é apparso il cartello con le distanze: Gallup 148 miglia. Cazzo, ma é un fottio di miles. Ci impiegherò almeno 2 ore e mezza. Queste sono strade piccole e a traffico inverso anche se in questo caso di traffico non ce ne sarà. Diciamo che sono riuscito a scattare un’intera panoramica in mezzo alla strada, con tanto di tre scatti al nadir. Ho anche spostato l’auto per non averla in foto e non é passato assolutamente nessuno.

auto_parts Oggi però porcaputtana, mi sono fatto male. Stavo scattando una panoramica su una roccia e sono scivolato come un coglione rappreso. Per un momento ho pensato ” Vuoi vedere che riesci a romperti una gamba…” Probabilmente non mi sono rotto niente ma ho preso una bella botta e adesso zoppico vistosamente. Vediamo come va domani mattina.

stop

OK, é già la mattina dopo e la gamba e il piede vanno assai bene percui tutto in ordine.

Route 66

Minchia quanta strada ho fatto oggi. Non vedevo l’ora di arrivare sulla 66, ma forse non vedo l’ora di arrivare nel deserto. Sono partito da Little Rock alle 9 del mattino  e sono arrivato qui a Oklahoma City alle 9 di sera. Ma io potrei senza dubbio fare il camionista. Questa mattina sono partito con l’intenzione di prendere la 66 sin dall’inizio dell’Oklahoma, in alto ad est. Così mi sono diretto a Joplin e da li ho cominciato la mia lunga discesa lungo la “strada Madre”. Ho avuto ancora un po’ di tempo per entrare in Missouri e Kansas (tutti nomi che evocano roba fantastica). Devo ammettere che non é stato semplice seguire la strada madre, che a tratti scompare, a momenti non é che una stradina di campagna in terra battuta e per lunghi tratti ha ricevuto numerazioni differenti.

66

conocoIl passato glorioso di questa strada é ancora visibile. E’ curioso notare come si sia deciso di lasciare deperire gli edifici dismessi senza abbatterli. E’ il tempo a compiere il suo intervento demolitore. Le piante si impadroniscono delle case abbandonate e col passare dei decenni se le mangiano letteralmente. Ogni piccola cittadina mostra con orgoglio ma a volte anche con rassegnazione la classica via centrale con le due file di edifici spogli. Gran parte dei businness sono chiusi, tutti belli, bellissimi ma chiusi. Comunque oggi in USA non si costruisce più così.

Ok, señores y señoras,
oggi ancora un miliardo di miglia dedicate alla splendida esperienza che é la 66. Sono più o meno riuscito ad impostare il navigatore in modo che mi carichi degli itinerari specifici, strade non asfaltate incluse, e dunque l’esperienza immersiva é stata finalmente totale. Ho finalmente assaporato la remota solitudine di paeselli sperduti sul “tavolo piatto” tra Oklahoma e Texas. E’ stato un festival del decrepito, il trionfo del rudere.

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Tra l’altro sto gustando la prima cena messicana qui all’Acapulco in centro Amarillo. Un gustoso Acapulco Combo Plate servito su un piatto a mille gradi credo. Il locale é immenso, grande come metà Piazza Riforma con tanto di fontana zampillante al centro e sto mangiando di gran gusto. Una nota stonata però: sto bevendo un piscio di birra. Michelob Ultra che deve essere analcolica perché io di alcohol non ne sento proprio.

Qua c’é una cameriera un po’ tanto giovane ma fotocopia di Eva Mendes giusto per aggiungere un po’ di colore. Ho appena constatato che la salsa per intingere i nachos contiene coriandolo. Che grande creatura il coriandolo. Lo faccio tra l’altro crescere a Certara.

Oh! E’ partita una ola spontanea da parte mia perché la cameriera mi ha recuperato una Sam Adams. Mamma mia che differenza rispetto alla Piscelob.

Sapete che vi dico? Una volta nella vita conviene farsi un po’ di 66 in Oklahoma, soprattutto ascoltandosi un po’ di musica giusta, come per esempio alcuni brani pubblicati su questo blog. Ci stanno alla grande. Non so se l’ho già scritto ma oggi ho vissuto momenti di pura gioia bucolica mentre percorrevo delle tratte di strada assai dissestate. Un paio di volte mi sono visto costretto a fare marcia indietro perché la strada era inagibile! ma é o non é una figata un fatto simile? Dico io!

66_nascostamotelbenzinaregularfar_roadsgarrupo

Si parla proprio spagnolo qui dentro. Anche questa é una figata.
Bene, adesso me ne torno in motel dove 2 Sam Adams mi aspettano sulla ventola dell’aria condizionata.

Piccola Roccia

O cappa, piccole praline addolorate.
Sono seduto al Rippy’s, downtown Nashville. Ho ordinato una House Salad e un Cheeseburger. Ho chiesto olio e aceto per l’inslata ma non ce l’hanno. Probabilmente non sanno cos’é.Ho appena visto dei negozi di strumenti musicali che voi umani…  Fantastici! Non ho però nè il tempo nè il capitale per comperare strumenti allora  mi sono accontentato (si fa per dire) di una stupenda cinghia x chitarra in pelle fabbricata qui in Tennessee.

strumenti
Eh si signori, perché adesso sono in nuovo stato. Questa mattina alle 9 e 30 ho attraversato il Kentucky River e dopo un po’ di miglia sono entrato in Tennessee dove l’erba é decisamente verdissima. Devo dire che sono lontanissimo dai paesaggi desertici che di solito mi attirano assai. Meglio che cominci ad accelerare. Almeno fino alla 66. Mamma mia che rescio questo Italian Dressing che mi hanno portato. Una crema densa dall’aspetto sconcertante simil-sbocco acido di prelibatissimi succhi biliari frammisti a merda. Una figata insomma! Alla tele qui al Rippy’s danno Jimmy Wayne. Non lo incrocerete mai nella vostra vita e probabilmente non lo ascolterete mai se non andate a cercarvelo apposta. Evitatelo! Bisogna sempre diffidare di chi enfatizza troppo la frase ” I’ll be There For You”. Checcazzo di frase cogliona per una canzone. Assurdo che ci sia ancora qualche stronzo che possa pensare di essere figo cantando una simile stronzata…
Comunque video abbastanza simpatico di tale Brad Paisley “I’m So Much Cooler Online”.

Oggi ho fatto il primo pieno all’auto. Chi é stato con me in USA nei viaggi passati sa che questo é sempre un esame critico. Una specie di test da passare. Devi capire prima di tutto che benzina ci vuole. Poi un quarto d’ora per capire cos’é sto diavolo di “noozle” che devi alzare. Infine finalmente la broda entra nel tank e sei semplicemente felice. Devo sottolineare che sono “fucking generous” con i tips per le cameriere. Pulp Fiction docet.

Qua regna incontrastato il mito del “redneck” o Country Boy. Country Boy é cool mentre colletto bianco niuiorcherse é merda.

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Comunque oggi “tappone pirenaico”. Questo pomeriggio alle 15 e 30 attraversavo il Tennesse River e dopo aver superato Memphis ricoperta di pioggia scrosciante, attraversavo il Mississippi ed entravo in Arkansas. Sono giunto fino a Little Rock. Mi son fatto 2 calcoli e ho deciso che forse é meglio accelerare  perché sulla 66 andrò molto più lento che ora.

piccola-roccia

Ma é una figata questa città. Ma chi l’avrebbe mai detto. E’ martedì sera e la strada che costeggia il fiume é tutta piena di locali affollati. Alla grande! Sto bevendo una Fat Tire alla spina, sono le 23 e sto aspettando un Lemon Pepper Salmon con insalata, seduto al Big Whiskey’s American Bar & Grill, downtown Little Rock. Su uno schermo qua dentro stanno mandando Chelsea – Inter e su un altro si vede Martigny e Fabian Cancellara! Isn’t That Something?

www.puresleep.com La pubblicità é appena passata in tele. Una specie di paradenti da tenere in bocca mentre si dorme, pensate, per non russare. Mamma mia che stronzata.

Oggi non sono riuscito a scattare come volevo un tramonto fantascientifico

Elmer T. Lee

Adesso ho proprio bisogno di ribadire che questa giornata é stata fino ad ora perfetta. In questo istante sto a casa di dio in persona. Ho appena concluso una magnifica visita alla distilleria Buffalo Trace e ho pure cominciato a fare i primi scatti panoramici.

Buffalo Trace Distillery

E’ appena passato un vecchiettino che con una voce tremolante mi ha detto: “It looks like you’re doing good“. “Yes sir!” gli ho risposto sorridendo. Sono seduto ad un ristorante nel centro storico di Frankfurt e sto mangiando una deliziosa Soup Of The Day accompagnata da una House Salad mentre mando giù dell’ottima Newcastle. Oggi da Buffalo Trace mi é quasi scesa una lacrimuccia di commozione.

insegna

Mentre con il gruppo ascoltavo le interessanti vicissitudini di questa distilleria, Freddie (la nostra guida) ci ha fatto girare tutti. Alle nostre spalle stava passeggiando lentamente un vecchiettino sostenuto da un bastone, tutto assorto nei suoi pensieri. “Quello signori” ci dice Freddie con una certa solennità “é Elemer T. Lee” Master Distiller storico di Buffalo Trace, uno dei pochi M.D. d’America ad aver avuto l’onore di dare il proprio nome ad un whiskey. “How are you doing today Mister Lee?” dice Freddie. Insomma, mi é passata accanto la storia del Bourbon in quell’istante. Nel pomeriggio ho comperato una bottiglia di Elmer T. Lee Kentucky Straight Bourbon Whiskey firmata da mister Lee in persona, scovata in un bellissimo whiskey shop downtown Frankfurt. Mamma mia che solennità!

woodsongs_stage

Adesso sono le 8 di sera ed in questo istante esco dal Kentucky Theater dove ho appena assistito al fantastico concerto di Neko Case, questa strana rossa vestita con un tubino marrone decorato di gocce arancioni e gialle che canta sempre riverberata perché quello é il suono della voce quando si canta nelle sale da concerto. La serata é stata aperta dal grande Michael Johnathon che seguo attraverso i suoi webcasts da oramai un po’ di tempo.

michael-johnathon

E’ curioso, ma se oggi sono in USA é proprio grazie al Woodsongs Old-Time Radio Hour. Qualche mese fa stavo navigandone il sito internet e leggevo che era possibile sostenere lo show, che é interamente organizzato da volontari, diventando “Radio Partner”. Sul momento pensai che fosse semplicemente una bella idea sostenerli. Scoprii in seguito che la sottoscrizione mi dava diritto a 2 entrate gratuite allo show per uno qualsiasi dei concerti che si terranno durante l’anno. Passano un paio di settimane e ricevo a casa la mia tessera di Partner con due CD e una maglietta. Poi dopo qualche giorno mentre assaggio un ottimo Thomas H. Handy, guardo fuori dalla finestra di casa mia, i cavalli stano pascolando. “Sembra Kentucky” penso. “Bourbon Whiskey e cavalli = Kentucky. Un’equazione semplicissima da risolvere.  “Ma vaffanculo, io vado in Kentucky a riscuotere il mio show. 10 minuti dopo avevo un biglietto aereo e oggi mi trovo a Lexington.

Ho già comprerato 3 bottiglie di Bourbon che mi accompagneranno tutto il viaggio ma domani mi procuro un ottimo Knob Creek di pronta beva che mi augurerà sempre la buona notte.

Kentucky

Bene bene bene, ora si presenta un magnifico dilemma, una splendida opportunità. Mi trovo nelle condizioni perfette per riprendere a scrivere le mie proverbiali epistole trash. Ho nuovamente tutto quello che mi serve per essere di nuovo uno scrittore trash: scrivo male, sono alla seconda birra qui a Malpensa. Mi son fatto un goccetto di Glenfiddich 15 anni, ho 4 Temesta, 2 Xanax, un Imodium. Ho con me la mia fedele Fender a sfera come nel ’99 e sono diretto a Cincinnati. Weird! Isn’t it? Stamane strada sbarrata da due alberi caduti dopo Curtina. Vengo avvisato in tempo e scendo a tutta birra dalla strada alta della Valcolla. Arrivo a Tesserete facendo lo slalom tra le piante cadute in mezzo alla strada. Parcheggio a Lugaggia e la moglie di Giuseppe, gentilissima, mi da un passaggio fino a Lugano. Il temporale è terminato. La notte passata ho dormito 1 ora e 30 minuti mentre fuori imperversava l’uragano ululante assieme al caos strisciante. Poi sul Malpensa Express 5 km di coda prima di Chiasso. In seguito altra coda merdosa dopo Como Nord a causa di un incidente. Poi traffico fermo a Castellanza. La polizia cerca di prendere un cane abbandonato in autostrada. Una scena surreale. Siamo tutti fermi in autostrada con il poliziotto accovacciato che cerca di tranquillizzare la povera bestia mentre io mi auguro che chi lo ha abbandonato venga coinvolto in un incidente stradale. FIGLI DI PUTTANA! Si riparte e arriviamo a Malpensa alle 8 e 40. Per due ore mi sono dovuto sorbire 4 bellinzonesi bödri con i loro “dio porco” e “porco dio” intercalati ogni 2 frasi in un dialetto sgraziato e ignorante. C’é anche chi parla bene il dialetto ticinese. A me piace pure ascoltarlo. Ma in questo caso ho raggiunto immediatamente la saturazione. Al Duty Free una splendida latino-americana mi chiede se voglio assaggiare del Glenfiddich.”Certo” rispondo e lei prende a spiegarmi i processi di creazione del whisky inanellando imprecisioni con errori a raffica. Ma io l’ascolto e soprattutto la osservo. Molto bella, spledidi occhi marroni e labbra carnose luccicanti. Mentre parla, senza rendersene conto, continua a massaggiare il collo di una bottiglia di Glenfiddich 18 e un Balvenie Double Wood a due mani e anche io divento Double Wood. Ora sono al Gate B06 e attendo. Fra un momento si imporrà un piscio strategico, giusto per evitare di esplodere durante la fase di decollo. Mitica scrittura trash.
Qui accanto si stanno imbarcando per Teheran sulle Airlines Of The Islamic Republic of Iran, così si chiama. Adesso stacco. Ho appena visto Pran, di Urla del Silenzio, quello della foto che si sbiadiva.

Ok signori, adesso sto sorvolando il mare di Labrador e ne ho piene le palle. Tra qualche minuto passeremo sul golfo di San Lorenzo e io ascolterò San Lorenzo di Metheny. Di seguito la lenta discesa verso NYC. Poi ci sarà il terzo schema da passare con il nuovo imbarco per Sin Sinnati. Guardando giù l’oceano sembra sereno e tranquillo. L’oceano ora ha lo stesso colore del cielo e sembra di volare nel cosmo. Sono sull’Enterprise e il diario di bordo del capitano Kirk dice che mancano ancora due ore e 45 minuti. Ok, vedo terra ascoltando il magnifico piano di Bill Evans. Adesso Chloe Dancer (Mother Love Bone). Che ricordi! Questo é uno dei brani della scena di Seattle che più di ogni altro mi rituffa nei primi anni novanta. Grunge nostalgico lo definirei.

Giornata folle oggi. Cominciata alle 3 del mattino a Certara, sveglio, illuminato dai fulmini sotto scrosci di pioggia in perfetto stile tropicale e poi trascorsa ad inseguire il sole tutto il giorno. In questo istante sto scrivendo con il mio netbook da più o meno 10000 metri di altezza, all’interno di un piccolo Canadair-ghiacciaia. L’orologio del portatile segna le 03 e 37 ora svizzera e dunque anche per me adesso sono le tre e mezza del mattino. Sono sveglio e sto viaggiando da ventiquattro ore oramai e se tutto va bene tra un’ora e mezza potrei anche ritrovarmi alla guida di una automobile. Insomma, le condizioni perfette per una guida attenta e sicura!

Oggi é domenica mattina e sono ufficialmente in Kentucky trovandosi l’aeroporto di Cincinnati al di la del confine di stato dell’ Ohio. Ho noleggiato una Toyota Rav qualcosa e sono pronto per scendere verso Lexington.

Cavallo per l'attraversata

Bene signori, in questo istante sono seduto al Dasha’s, downtown Lexington e purtroppo forse è troppo presto per un bourbon. Questo locale è citato con tanti elogi su Whisky Magazine e dunque questa sera un salto dopo cena, se non addirittura anche per cena, si impone. Comunque adesso per la cronaca sto bevendo Kentucky Ale alla spina che sta andando giù a meraviglia.
Questa mattina è stata uno dei miei grandi momenti. Top Ten. Mi è tornato un gran senso di libertà mentre percorrevo l’autostrada ascoltando dell’ottimo Bluegrass di mia personale selezione. Mi trovo tra le altre cose nel cuore della Bluegrass Region. Il bancone qui davanti offre un ottima selezione di bourbon anche se comunque non mancano i principali Single Malt scozzesi.
E’ domenica pomeriggio ma il centro citta è abbastanza affollato. Diversi edifici storici decorano il centro città che risulta così abbastanza ben conservato. Sta partendo la seconda KC Ale, Springsteen sta cantando “I’m working on a dream” e fa freddo dentro a questo pub. Una tipa seduta qua di fianco a me (sputata André The Giant di faccia) ha ordinato una Caesar Salad e prima di mangiare si è messa a pregare. Va giù bene sto Ale. Gaaaz. Mandano un po’ troppo Golf in tele per i miei gusti. André The Giant intanto qui di fianco sta mangiando l’impossibile e credo che abbia la SARS o la peste suina. O una o l’altra, ma una delle due di sicuro, così, a stima.

101

In questo momento non so bene che scrivere. Sto cercando di scavare nella memoria. Sto trivellando nel cuore del cervello in cerca di un pensiero, un’immagine, un brandello di situazione da raccontare. Ma oggi il carotaggio dell’encefalo non sta dando risultati e così non trovo la strada. Mi sono perso in qualche cunicolo di questo budello. Ci provo comunque.
Certo é che la calma e la serenità che ci ha ispirato anni fa il Pacifico rimane forse un episodio isolato, durante la lunga discesa dal Canada, percorrendo la 101. Fu come viaggiare attraverso i quadri di Hopper. Una lunga discesa condita di grandi ascolti musicali, bevute memorabili e fantastiche cene, finestroni panoramici, the “Big Wheel”, l’hamburger più grande del mondo, la ruota della fortuna per vincere uno sconto al Morlock Hotel. Fu l’anno in cui gli Smashing Pumpkins vinsero tutto quello che era possibile vincere agli MTV awards. Vedemmo i microorganismi fluorescenti, di notte in spiaggia dopo aver brindato con Sierra Nevada Pale Ale di fianco ad un “bonfire” che qualcuno aveva misteriosamente preparato solo per noi…

mp3: Barley
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