Sigaro per Bluff

Santa Fe è veramente una figata. Una bella città davvero a misura d’uomo. Con un bel centro e un sacco di gente che cammina per le strade. Un centro vivo. Mi sto godendo una Perfect Margarita ad un tavolino qui fuori in Lincoln Av. e sto bene! Temperatura più che accettabile e mi sa che stasera dormo a Bluff! Pd.

Nel lontano 1996, nella mia cameretta a Lugano, mi ero confezionato uno speciale astuccetto contenente, se ricordo bene, due sigarette che avrei dovuto fumare con Pat e Eero una volta raggiunta la località di Bluff, UT. Sono passati 27 anni, tipo. Avrei detto di meno, tipo una ventina ma invece no, sono quasi trenta. Cioè, eravamo qua, ben più che ventenni, si era di più verso i trenta che i venti. Già lavoravamo, eravamo adulti, cazzo. Totalmente adulti.

Poi aggiungi altri trenta fottutissimi anni (si, lo so, sono 27) e adesso sono qui. Il Desert Rose è ancora qui. Ci dormo stanotte. La Cottonwood Stakehouse non c’è più, o meglio, ha cambiato gestione. Il posto è identico ma ora si chiama Comb Ridge Eat and Drink e non servono bistecche ma solo burgers. Va bene lo stesso, le vibrazioni sono le medesime con i tavoli all’aperto e poi se mandi giù una Sierra sei di nuovo giovane. Mi sembra di sentire gli emiliani che erano stati a “zashua” ma invece sono una famiglia di svizzero tedeschi che sta seduta dall’altra parte della corte esterna, con i tavoli e la ghiaia in terra.

Ora la trösa è qua di fronte alla mia cabin, la numero 4, io sono seduto sulla veranda e guardo le ultime luci che se ne vanno qui nel deserto con una brezza calda che scivola su questa terra rossa. Sto bevendo un’altra Sierra e guardo gli ultimi fumi del mio sigaro che si perdono nell’oscurità. Questa è una di quelle serate che vorrei non finissero mai. Una serata da cantare, da suonare. Tra qualche giorno ci sarà ancora un altro sigaro speciale che mi accenderò nella Death ma per il momento mi godo questo “sigaro del PD per Bluff”, perchè è così che avevo chiamato le sigarette che avevo confezionato per questo luogo in quell’estate del ’96, quand che sevi giuvin.

Modulo Lunare

Oggi pubblico una panoramica scattata in Utah, attraversando un paesaggio abbastanza lunare durante un pomeriggio post-apocalittico a base di beef jerky, ballate esistenzialiste e dense nubi scure in cielo. Un classico pomeriggio di viaggio senza meta precisa all’insegna dell’esplorazione desertica. Ogni angolo di deserto percorso mi intriga. Ci giro dentro, sto fermo a scavare il silenzio con le orecchie,  sentendomi come l’ultimo uomo sulla terra.

Bryce Canyon e francesi

bryce-canyonSono a Page, in prossimità del Lake Powell. Sono in una Steak House in cui tutti i camerieri sono stranieri. Ci sono russi, italiani e alcuni sono vestititi da cowboy con cinturone pistola e proiettili. C’é una strana atmosfera qua dentro, come se si trattasse di una strana congregazione. Ho fatto un giro prima per le strade di Page e ho contato almeno una decina di chiese ma page é piccolissima. Come al solito sto incontrando una marea di turisti francesi qui nel quadrato dei grandi parchi.

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Questo pomeriggio ho fatto una magnifica camminata all’interno del Bryce Canyon. Purtroppo il sole veniva e andava ed é stato difficile riuscire a fare panoramiche come volevo. Poi alla fine ha pure cominciato a tuonare e a quel punto mi sono rotto i coglioni e sono partito verso sud.

Non so se ho già affrontato l’argomento roadkill ma qua in USA é una vera ecatombe. Questa mattina nei pressi di Escalante sono passato di fianco ad un orsetto lavatore tutto sbudellato fresco. Dopo un centinaio di metri un altro roadkill. Cerco di evitare pure questo, lo guardo bene…

Ma no, cazzo! Si muove ancora. Accosto, esco dall’auto e torno indietro sperando che nel frattempo non arrivi nessuno. Trovo questo animaletto sdraiato sulla schiena che scalcia nell’aria. Uno scoiattolo o un cane della prateria. Lo prendo e lo porto lontano dalla strada all’ombra di un cespuglio.

squirrel

E’ chiaramente vivo e non sembra nemmeno ferito. Mi guarda, si muove un po’, anzi sempre di più. Probabilmente é cascato giù da una rupe che si trova a fianco della strada. Uno strazio comunque.

E’ veramente impressionante la quantità di animali morti in strada: cervi, orsetti lavatori, puzzole, cani, cani della prateria, gatti, corvi, serpenti, armadilli e tanti altri ancora.

Adesso una specie di cowboy sta cantando Sweet Home Alabama  dei Lynyrd Skynyrd abbastanza male. Io so fare veramente meglio. Sbaglia pure le parole e poi sussurra invece di cantare. C’é un gran bel tramonto con vista sulla diga del Glen Canyon.

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Comunque ho avuto ancora una gran fortuna a trovare un posto in motel qui a Page. Ci passai l’ultima volta 2 o 3 anni fa e non ci fu verso di trovare un posto per dormire. Io e Eero arrivammo alle 2 del mattino a Flagstaff, l’unico posto in cui trovammo una stanza.

Eternità

canyonlandsSono seduto al Grand View Point di Canyonlands da solo con una birra celebrativa in mano e sto facendo delle riflessioni sull’eternità. I canyon immensi giù in basso me lo impongono. Ma quanto tempo hanno impiegato il Greenriver e il Colorado per scavare queste gole? Mille anni sembrano tanti ma sono un milionesimo di secondo in confronto al tempo che ha visto mutare questi abissi. Dunque noi viviamo il tempo di un millesimo di secondo, quanto basta per far battere un’ala ad un moscerino della frutta. La nostra vita dura tanto, veramente un cazzo, e non percepiamo assolutamente niente  di questo tempo geologico. La nostra vita é come un’istantanea, é tutto fermo. Noi percepiamo tutto immobile. Ok, i moscerini sono ancora più sfigati.

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animal

Questo tardo pomeriggio, passando attraverso il parco di Capitol Reef, ho incontrato dei cervi che non avevano nessun timore della presenza umana. Una specie di paradiso, insomma. Adesso sono stanco come un armadillo ingolfato e tra un momento vado a dormire. Mi trovo a Torrey in Utah

Emo-Navajo

Ma porcaputtana, prima di arrivare a Moab c’é sempre da star fermi in strada. Mi ricordo che fu così anche nel ’96. Che memoria. Da queste parti fanno sempre strani lavori che necessitano la chiusura completa di una corsia di strada per nessun motivo apparente, poi per farci muovere é sempre assolutamente necessaria l’auto ammiraglia con il cartello “Follow Me” sennò la gente, chissà, andrebbe fuori strada, si lancerebbe giù in un precipizio. Mah…

Comunque questa mattina a Bluff ho visto da un benzinaio un Navajo Emo. Fantastico! Mi sono messo a ridere tantissimo. Bluff é veramente l’ultimo posto della terra in cui avrei pensato ad un a presenza Emo. Ecco, magari non ce li vedo neanche su una qualche sperduta isoletta polinesiana, oppure nell’africa nera.

valley-of-gods

Oggi sono stato tutto solo nella Valle degli Dei, e io di solito scrivo sempre la parola dio in minuscolo, non so se ve ne siete mai accorti. 17 miglia di buche e polvere per godere del silenzio unico che si sperimenta nel deserto. Forse il sole fa stare tutto immobile. Gli animali sono tutti rintanati sottoterra o immobili tra i cespugli.lizard La mia pelle scotta. Le mie braccia luccicano di sudore e le mosche mi ronzano intorno come fossi merda prelibatissima. Girano dei micro-scoiattoli ogni tanto, non più lunghi di 10 centimetri, coda inclusa. Velocissimi. Si sentono solo i miei passi e gli scricchiolii del trepiede Manfrotto che oramai ho sempre in spalla ovunque vada. Questo pomeriggio sono entrato nel parco di Arches alle 5 pensando già che fossi in ritardo, invece come mi sta accadendo spesso in questi giorni ci azzecco alla grande.tramonto1 Infatti anche questa volta arrivo giusto in tempo per un tramonto spettacolare che mi lascia senza parole, anche un po’ ricoglionito addirittura. Per colpa del sole probabilmente…

arches

Adesso  é sera e sto vivendo un’esperienza di viaggio tipica: il rituale del bucato. Ho scovato proprio di fronte al ristorante in cui ho mangiato, una Laundry aperta 24h e adesso sto attendendo che i miei stracci asciughino nel dryer. Diverse famiglie Navajo stanno attendendo con me. Donne bruttissime. Oggi ho scattato tantissime panoramiche. Almeno 7 GB di materiale. Facendo due calcoli mi ci vorranno mesi per post-produrre tutte le foto. Domani un’altra tappa di rito sicuramente intensa all’interno di Canyonlands.

Texo al lavoro

Qui dentro alla Laundry c’é un piccolo indiano di forse 3 anni agitatissimo. Ripeto AGITATISSIMO. Continua a correre in giro farfugliando, cade per terra ogni dieci passi. Devono avergli dato una droga. Si rotola a terra e poi a carponi passa sotto tutti i tavoli. Si ferma davanti al distributore di gomma da masticare e comincia a scuoterlo, poi salta istericamente facendo gesti propiziatori per fare cadere le gomme che però non si muovono, allora grida.

Cazzo se lavano male queste macchine. Sotto le acelle di una mia maglietta sono rimasti degli imbarazzanti aloni di sudore fossile, direi a questo punto.

Gary Grancanyon

Che giornata ragazzi! Fantastica. Una delle più belle e intense. Oggi si é trattato di una totale immersione desertica. Dico solo che adesso sono quasi le 10 di sera e mi trovo davanti ad una succulenta bistecca di bufalo. Sono partito questa mattina da Gallup diretto al Canyon De Chelly, una gola nascosta in cui si insediarono gli Anasazi intorno all’anno 1000, in seguito abbandonata e poi rioccupata dai Navajo che ne fecero una specie di fortezza ben difesa.

canyon-de-chelly

indiano-zoppicanteUscendo dal canyon ho incontrato un indiano sul ciglio della strada che zoppicava. E’ curioso constatare come sotto questo sole noi bianchi ci svestiamo, loro invece sono copertissimi e vestitissimi sotto un sole che cuoce. L’indiano faceva l’autostop e l’ho tirato su. Doveva andare a Chinle dal dottore perché la gamba gli faceva  molto male e si era inoltre tutta gonfiata. Mentre ci dirigevamo verso Chinle mi racconta che sua madre é morta il mese prima a 83 anni per una crisi cardiaca, ma pure lui di cuore non sta molto bene. Mi dice che un anno fa é stato operato al cuore e mentre racconta si sbottona la camicia e mi mostra una cicatrice mostruosa che gli segna tutto il petto. SHIT! esclamo io. Arriviamo a Chinle e prima di scendere mi chiede un dollaro. Glielo do e riparto. Intanto devo prendere la consueta decisione riguardo all’attraveramento della Monument Valley. Prenderla da est o da ovest? Sono già le 5 di sera percui decido che é meglio correre subito nella monument per godere della luce giusta. Faccio benzina a Kayenta, mi compero un panino che mangio seduto in macchina. Mi si avvicina un altro indiano dall’aspetto molto trasandato, senza denti e veramente vestito di stracci. Indossa una maglietta nera tutta piena di buchi che sembra esser stata rosicchiata dai topi. Comincia a parlarmi in un inglese misto navajo, misto alkohol. Mi dice di chiamarsi Gary Grancanyon e mi mostra un documento d’identità. E’ vero, di cognome fa proprio Grancanyon. Mi dice che ha fame e chiede 3 dollari. Non uno, non due. Ne vuole per l’esattezza 3. Gli rispondo che se ha fame vado volentieri a comperargli un panino. Torno dopo un attimo e gli consegno il cibo. Lui mi dice e la bibita? “Niente bibita Gary”. Hai degli spiccioli? “Niente spiccioli Gary. Enjoy your food, have a nice day, bye.” Poi parto alla volta della monument Valley.

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Con mia sorpresa scopro che presso il Visitor Center davanti alla maestosa panoramica sui Mittens é stato costruito un grosso albergo. Comincio la mia discesa nella valle. Tutto il percorso segue per circa 10 miglia una strada in terra battuta che gira attorno a queste maestose torri di roccia.

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Scatto furiosamente una panoramica dopo l’altra facendo i salti mortali per non riprendere nessuno nei miei scatti. Quando riguarderò queste foto avrò l’impressione di aver visitato la valle in perfetta solitutdine.

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Infine una piccola considerazione. Trascorro tante ore al giorno in macchina attraversando questi meravigliosi paesaggi ed é veramente difficile fermarsi per approfondire un luogo in particolare. Se avessi a disposizione qualche mese lo farei senza esitazione. Il mio viaggio é qualcosa di diverso dunque, nel senso che il viaggio stesso, il fatto di muoversi, é l’esperienza quasi spirituale che ogni tanto vivo. Il fatto di aver percorso per migliaia di chilometri la “Strada Madre” ne é il segno e il senso anche. Andare ad Ovest non é veramente solo spostarsi a occidente. C’é qualcosa di più profondo. Ogni tardo pomeriggio mi ritrovo a puntare verso il sole su strade desolate e l’emozione é grandiosa. La mia auto oggi é il mio cavallo. Un po’ come Dennis Hopper descrivendo le moto in Easy Rider le paragonava, con una similitudine più che lecita, alla mitologia del “cowboy” in sella al suo cavallo riferendosi alle immagini dei film di John Ford. E in tutta questa esperienza il punto centrale, ciò su cui si focalizzano la mia attenzione e le  mie emozioni, é il VIAGGIO.

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Rosso

L’ultimo sole della sera sta incendiando il cielo. Non si sarebbe detto 20 minuti fa. L’orizzonte più lontano era carico di nubi e il sole ci si stava nascondendo dietro senza farsi troppo notare. Ciononostante mi sono fermato ad ammirare il semplice passaggio quotidiano all’oscurità, convinto che qualcosa di speciale sarebbe accaduto. Sopra la mia testa il cielo blu scuro poi scendendo dritto davanti a me, sparse e abbastanza sottili, le prime nuvole che avvicinandosi a terra si addensano. Pochi gradi sopra l’orizzonte un enorme fronte, lontanissimo – chissà quale terra starà coprendo – scuro, grigio, impenetrabile. Il sole gli passa dietro come se fosse una montagna. Scompare per 10 minuti e il cielo diventa sempre più scuro. Sto ripartendo quando alzando gli occhi noto che una delle prime nuvole sta diventando arancione. Che stia succedendo qualcosa? Mi prendo ancora un po’ di tempo. Una dopo l’altra le nubi cominciano a tingersi di arancione. Il colore diventa sempre più intenso. Sono contento e sbalordito. I bordi delle nuvole più basse ora si stanno contornando di oro.

Io mi trovo al bordo della strada e non ho ancora visto passare nessuno da quando é cominciato lo spettacolo. Ho un posto in prima fila e lo spettacolo é riservato solo a me. Mi chiedo quanto potrà ancora durare questa apoteosi, questo crescendo, prima che il sole sia troppo basso e che il suo effetto incendiario si affievolisca. Sono oramai passati diversi minuti da quando é scomparso dietro alle nuvole ed ecco che riappare in una fessura sottile tra la terra e il limite più basso del fronte nuvoloso. C’é giusto lo spazio per farlo apparire tutto ancora una volta prima che scompaia dietro la terra. Ora colora di rosso anche il fronte che prima lo nascondeva, spennellandolo dal basso. SPETTACOLO!

In questo momento io non sono più di nessun luogo. Non faccio nessun lavoro, non viaggio in automobile. Non conosco nessuno. Non parlo nessuna lingua. Ora non ho più né un passato, né un futuro. Sono fermo in questo istante come sarei stato fermo 1000, 10.000, 30.000 anni fa, completamente paralizzato dalla contemplazione di questo potente spettacolo che sto vivendo.
Ma questo é già ricordo.