Abandoned Flea Market, Falcon, Missouri

Le strade di campagna più isolate e dimenticate nascondono quasi sempre i miei tesori. Durante un rilassatissimo pomeriggio dominato da una calura afosa mortale, lasciandomi guidare dal caso attraverso le campagne del sud Missouri, mi sono imbattuto in questo edificio abbandonato, probabilmente un mercatino di campagna. Io quando vedo ruggine e vernice scrostata vado in brodo di giuggiole! E’ il mio elemento naturale e il mio ideale estetico.
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Lucille’s Gas Station, Hydro, Oklahoma

Un’altra stazione di servizio cui si fa menzione nel Registro Nazionale dei luoghi storici la si incontra poco prima di arrivare a Hydro. Fu costruita nel 1929 da Carl Ditmore. Nel 1941 Lucille and Carl Hamons divennero i nuovi proprietari. Lucille gestì la stazione di servizio per 59 anni fino alla sua morte nel 2000. Provine Service Station é il suo nome ma é più conosciuta con il nome di Lucille’s.

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Soulsby Service Station, Mt. Olive, Illinois

Una delle prime storiche stazioni di servizio  che ho incontrato percorrendo la Route 66 lungo la tratta tra Springfield e St.Louis.

Nel 1926, intuendo che una nuova Strada Nazionale sarebbe stata costruita di li a poco attraverso la cittadina di Mount Olive,  Henry Soulsby, figlio di immigranti irlandesi, progettò e costruì la stazione di servizio che fu poi gestita dai figli Russell e Ola Soulsby fino al 1996. Dal 2004 fa parte del Registro Nazionale dei luoghi storici.

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McLean, TX

Direi che è finalmente giunto il momento di cominciare a pubblicare alcune delle panoramiche scattate l’estate passata durante il mio ultimo viaggio attraverso gli Stati Uniti d’America.

La panoramica che pubblico oggi racconta di un mio tipico pomeriggio esplorativo a caccia di edifici dismessi e diroccati lungo la Strada Madre. Mi trovo a McLean, Texas settentrionale, su in cima, nel “panhandle”, quella porzione squadrata di Texas che si infila tra Oklahoma e New Mexico. La 66 scorre dritta attraverso un paesaggio piatto fatto di praterie. Di tanto in tanto si attraversano queste cittadine post-atomiche dall’aspetto quasi disabitato prive di attività e vita, apparentemente. A McLean, come dicevo, passo veloce accanto ad una vecchia pompa di benzina oramai abbandonata chissà da quanti anni. Non ho più neanche bisogno di vederla e comprenderla, tanto sono abituato. Mi basta che entri nel campo visivo e anche se non ci ho fatto caso, il mio cervello la registra e me la notifica. Mi fermo, faccio inversione di marcia e mentre torno indietro già penso a dove potrò parcheggiare in modo che la mia auto resti completamente fuori vista alla panoramica che probabilmente scatterò. Una procedura oramai diventata automatica. Parcheggio dietro un piccolo magazzino, prendo macchina e cavalletto e mi dirigo verso il rudere. Mano a mano che mi avvicino si conferma l’impressione quasi subcosciente che avevo avuto passandogli accanto in automobile la prima volta. Sembra magnifico. Il caldo é opprimente, l’aria immobile. Ho già la maglietta appiccicata al petto e sto sudando. C’é un silenzio quasi cinematografico, come quello dei film western, quando lo straniero entra nella cittadina apparentemente disabitata, percorrendo la via principale, quella in cui si svolgono i duelli all’ultimo sangue.

Sono davanti all’edificio. faccio un giro a 360 gradi con lo sguardo. Vedo la strada che arriva e che riparte, tutta deserta. Arrivo sotto la tettoia che probabilmente un tempo ospitava le pompe di benzina. Manca la porta d’ingresso. Mi avvicino e getto uno sguardo all’interno.

Un forte rumore rompe il silenzio. Mi blocco un istante mentre da una fessura che dalla facciata esterna porta al sottotetto interno si gettano in volo all’esterno una decina di piccioni ai quali ho probabilmente disturbato l’ora della siesta. Mi infilo all’interno di questo locale, scorgo un soffitto ribassato parzialmente sfondato e un caos di detriti in ogni angolo. Una gioia per gli occhi. Non potevo desiderare niente di più fotogenico in questo pomeriggio d’estate nel cuore dell’America. Una tazza del cesso é stata trascinata fuori dal bagno e sta li, quasi bella di fianco a una vecchia poltrona sgualcita. Calcinacci e farraglia ovunque, autoradio scassate, barattoli vuoti e roba arrugginita, vetri rotti e merda di piccione ovunque. Piazzo il trepiede, metto in bolla la testa panoramica e comicio a leggere le esposizioni con la Fuji S3 Pro.

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la scoperta di questo rudere mi ripaga tutta la giornata.


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Old Taylor Distillery, Woodford County, Kentucky

Un paio di mesi fa leggevo su bourbonenthusiast.com, un blog interamente dedicato al whisky americano, delle esplorazioni fatte da alcuni blogger nei pressi di Frankfort in Kentucky per fotografare le rovine di una distilleria dismessa.

Sulle sponde del Kentucky River si trova la celebre Buffalo Trace Distillery che non ha bisogno di presentazioni. Viaggiando lungo il Glenn’s Creek, invece, ci si imbatte dopo qualche chilometro nella Old Taylor Distillery in rovina.

Un festival di “No Trespassing” cerca di scoraggiare i curiosi ma il desiderio di scattare qualche bella panoramica é troppo forte e così scavalco il muretto di cinta e comincio la mia perlustrazione clandestina.

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Sherry autunnale

Scritto mercoledì passato.

Fantastica giornata autunnale oggi, con il sole caldo che era mancato le settimane passate. Sto mangiando uno spuntino semplice, semplice, pane e formaggio dell’alpe qui sopra a casa mia. Bevo un buon bicchierino di Sherry Osborne Oloroso (sito bruttissimo), semplice, semplice rispetto all’invecchiatissimo Tradicion ma piacevolissimo in questo momento anche pensando alla brevissima visita presso Bodegas Osborne qualche mese fa a El Puerto De Santa Maria.

Bodegas Osborne in Spain

Rollercoaster

Lunedì 15 febbraio 2010

La rincorsa é finalmente terminata questa mattina. Sono le 06.15, sta nevicando e sono riuscito a piazzare la comanda per la bottiglia celebrativa dei 10 anni del comitato di Ardbeg. La rincorsa era cominciata giovedì scorso con la corrispondenza da parte di Ardbeg che annunciava l’imminente uscita di questa nuova bottiglia. Le opzioni d’acquisto prevedevano la comanda tramite bollettino postale oppure con il più pratico e veloce shop online del sito ufficiale della distilleria dell’ Isle of Islay. Ardbeg dava appuntamento  a lunedì 15 febbraio alle 09:00 per aprire le danze. Mi connetto dunque all’orario stabilito, digito diligentemente l’indirizzo www.ardbeg.com e clicco sul tasto enter. Attendo…  Attendo…

Attendo ancora ma niente. Dopo una decina di minuti appare finalmente la pagina d’entrata al sito con l’age check. Metto la mia data di nascita e schiaccio entra. Poi attendo…  attendo… Impossibile connettersi. Mi rendo conto che molti altri, come me, si saranno riversati sul sito di Ardbeg per garantirsi una bottiglia di Ardbeg Rollercoaster e dunque le linee saranno un po’ intasate. Questo balletto va avanti tutto il giorno fino a quando, con una email, la distilleria annuncia il crash del proprio shop online. All’apertura delle 09.00 si sarebbero collegati in 25.000! Finalmente questa mattina alle 06.15 riesco a piazzare la mia comanda per un paio di bottiglie di Ardbeg Rollercoaster.

Lunedì 8 marzo 2010

Anche questa mattina nevicava. Un nevischio leggero, però. Stiamo  vivendo gli ultimi colpi di coda di questo inverno che ha deciso di farci compagnia ancora qualche giorno. Il corriere DHL mi consegna un pacco proveniente dall’ Islay. Il contenuto é liquido e il mittente non tradisce mai. Ardbeg Distillery, Isle of Islay, Argyll, Scotland. Questo é il modo migliore per cominciare la giornata. Nelle ultime settimane mi sono dedicato alla ricerca di bottiglie di whisky prodotto in Svizzera e dopo il sorprendente Thursky sono in attesa di altre bottiglie provenienti da Lucerna, Basilea e canton Berna. Nell’attesa arriva oggi questa bottiglia che festeggia i 10 anni di esistenza del comitato di Ardbeg con un whisky composto da dieci percentuali distinte di 10 annate consecutive, dal 1997 al 2006. Nelle intenzioni della distilleria la selezione contempla tutte le migliori espressioni di Ardbeg, dai picchi di dolcezza agli accordi più torbati. Sull’etichetta lo descrivono come un vero test per l’appassionato più accanito. Sarà in grado di riconoscere le 10 espressioni che lo compongono?

Essendo compito di ogni membro del comitato di Arbeg quello di avvicinare persone ignare ai pregi di questo distillato (sezione 3, punto 8 delle RULES & REGULATIONS del comitato)  io vi esorto: se vi trovate in un momento della vostra vita in cui siete incuriositi dal whisky ma non avete nessuna idea, non sapete come cominciare e magari tutti i whisky vi sembrano uguali, io vi dico che partire con un Ardbeg significa cominciare con uno dei caratteri più forti e riconoscibili nel vasto mondo dello scotch whisky. I whisky dell’Islay sono caratterizzati da un’identità torbata che é presente in tutte le produzioni dell’isola ma credo in effetti che sia proprio con Ardbeg che questa identità raggiunge l’espressione più alta, più autorevole, più celtica. Da Port Ellen arriva l’orzo maltato che passa prima accanto alla distilleria di Laphroaig, quindi alla raffinata Lagavulin e giunge infine da Arbeg. Dopo c’é solo la suggestiva croce celtica di Kildalton, con il suo cimitero, le rovine della chiesa e gli alberi ricoperti di muschio.

Toscana

Queste sono alcune delle panoramiche scattate sabato e domenica in Toscana durante un weekend quasi interamente dedicato al cibo e alla musica. Mi restano alcune belle immagini, interessanti chiaccherate con amici e un magnifico olio super-artigianale con il quale entra ora a far parte del mio bagaglio gastronomico la Fettunta, fantastico antipasto delle campagne toscane a base di pane tostato spolverato di sale e pepe e bagnato d’olio d’oliva, possibilmente di prima spremitura. Una bruschetta, direte. Forse, ma in verità altro.

 

Montefioralle, Greve in Chianti, Florence Province, Italy
 

Monteriggioni in the dark, Siena Province, Italy

360° Vacation

Ok, ora é giunto il momento di pubblicare la pagina che raccoglie tutti i soggetti a 360° scattati durante il mio ultimo viaggio americano dell’estate passata. Mancano ancora  all’appello molte panoramiche che pubblicherò col tempo. In  tre settimane ho scattato oltre 300 foto panoramiche per complessivi 70GB di materiale da postprodurre.  La ricerca dei soggetti e dei punti d’osservazione é sempre stata dettata dall’intenzione di scattare a 360 gradi. La postproduzione non é perfetta, talvolta mi sono lasciato prendere dall’impazienza di rivedere paesaggi e cose appena visitati e ho dunque un po’ trascurato l’aspetto tecnico del fotoritocco. Ma non importa, mi sono divertito sia a scattare che a postprodurre. Questo é ciò che conta.

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