Glendronach Single Cask

Ma arriva la neve oggi? La sto aspettando, ma é troppo soleggiato. Fa freddo, questo si, ma il cielo é vergognosamente azzurro. La neve qua si é già sciolta quasi tutta ma adesso ne voglio ancora un po’. Tutto é pronto per l’arrivo delle intemperie. Ho fatto scorta di legna, il camino scalda a pieno regime e sono pronto per stappare una bottiglia speciale, un Glendronach distillato nel 1993, maturato in botte di sherry per 19 anni e imbottigliato da me stesso medesimo in persona l’estate scorsa (23/7/2012) presso l’omonima distilleria di Forgue by Huntly, Aberdeenshire, Speyside. Cask 91 / 1616, 59.2 % vol./alc.

Glendronach

Nel 2010 ci fu un mio primo tentativo di visita a questa distilleria pochi giorni prima di natale, fallito perché mi ritrovai investito da una violenta e improvvisa tempesta di neve che mi costrinse a raggiungere più velocemente possibile Aberdeen, per evitare di ritrovarmi intrappolato da qualche parte su nello Speyside. Mi ricordo che prima di passare accanto alla Glendronach Distillery feci un testacoda completo, eseguito alla perfezione con l’automobile che si fermò diligente sul ciglio della strada. In quel momento decisi che non potevo tardare e saltai la visita alla distilleria.

L’anno scorso, invece, viaggiavo in tutta tranquillità, attraversando lo Speyside in tutte le direzioni possibili. Avevo la mappa delle distillerie davanti a me e sceglievo le destinazioni in base ai magnifici nomi dei produttori di whisky che leggevo. AlanUna tappa da Glendronach fu dunque obbligatoria, anche per porre rimedio alla visita cui rinunciai qualche anno prima. Dopo aver scattato qualche foto e preso una panoramica della distilleria, ripartii da Glendronach con 3 miniatures di 15, 18 e 21 anni una strepitosa bottiglia da una single cask, da me imbottigliata e ufficialmente consegnatami dal distillery manager Alan McConnachie.

Sul sito del whisky reseller Royal Mile Whiskies c’é una sezione dedicata ai distillati maturati in botti di sherry che porta un nome eloquente, Sherry Monsters. Ora mi prendo la responsabilità di dichiarare che questo Glendronach Single Cask del 1993 é probabilmente il più impressionante whisky di questi sherry-monsters che io abbia mai assaggiato. Pazzesco su tutti i versanti. Il colore é veramente bruno scuro, come quello dei fiumi scozzesi ai quali la torba ha regalato una tinta unica e spettacolare. Al naso percepisco un potente odore di frutta cotta, bacche di bosco, resina di pino, pepe nero.

Glendronach-1993L’assaggio invece mi stordisce quasi. Raramente ho avuto un impatto dolce così forte. Mi é sembrato per un attimo di assaggiare uno straight bourbon dell’Antique Collection di Buffalo Trace come il Gorge T. Stagg, il Thomas H. Handy o il Larue Weller, tutti mostri da 60% in su. Un dolce, profondo, mieloso ed esplosivo assaggio.

Nonostante io sia un grande sostenitore della bevuta liscia senza compromessi, anche in presenza di volumi alcolici estremi, devo riconoscere che in questo caso un’aggiunta d’acqua non solo alleggerisce la bevuta ma rende ancora più gradevole l’esperienza dolce. L’amabilità di questo cask strength ci guadagna tantissimo. È spettacolare!

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Gordon & MacPhail

Una delle migliori giornate scozzesi l’ho trascorsa quest’estate girando attorno a Elgin, in ogni possibile direzione, a caccia di panoramiche, ispirato dallo Speyside, dalle distillerie, dal whisky. In serata ho concluso il mio pellegrinaggio in un tempio del whisky scozzese: Il retail shop di Gordon and MacPhail in South Street a Elgin, un santuario, un luogo in cui mi sento a casa, la celebrazione totale di una delle mie passioni. Lascio parlare la panoramica che ho potuto scattare grazie alla gentilezza e disponibilità dei proprietari.

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Non sono uscito a mani vuote, comunque. E’ tornata a casa con me una splendida bottiglia di Convalmore, distillata nel 1975 e imbottigliata nel 2008, 33 anni, dunque, per questo whisky realizzato in una distilleria che interruppe la produzione nel 1985 e che ho visitato e fotografato durante le mie scorribande nello Speyside.

Speyside e Lowlands

Qui in questo ristorante di Lossiemouth se la tirano forse un po’ troppo. C’é il localino d’ attesa ma la sala da pranzo  é praticamente vuota. Ok adesso sono seduto a tavola e il food é comunque excellent, bisogna pur dirlo. Oggi ho girovagato allegramente per le campagne dello Speyside, tra castelli in rovina, distillerie e questo fiume, con il suo colore whisky che attraversa tranquillo queste terre. Qualche raggio di sole s’é visto oggi per fortuna.

Fa comunque un po’ troppo caldo dentro questo posto, ci saranno 38 gradi!

Bene bene, porgy and bess, oggi ho vissuto la prima vera giornata di sole qui in Scozia. Non è che io non l’abbia visto il sole nei giorni passati, ma sempre in piccole dosi, giusto per farmi vedere quello che potrebbe essere, un assaggino bastardo. Oggi invece mi sono svegliato ad Aberlour con un fantastico cielo blu che mi ha fatto saltare la colazione per non perdermi nemmeno un momento di questa giornata che alla reception mi hanno descritto come “scioccante”. Ho ripercorso in fretta e furia tutte le distillerie attorno a Dufftown, Keith e Craigellachie: Strathisla, Dufftown, Mortlach, Glennfiddich, le defunte Parkmore e Convalmore, poi Cragganmore, Tormore, Benrinnes, Glendullan. Ho inoltre visitato i bottai di Speyside Cooperage e poi sono sceso in serata a Pitlochry, percorrendo la A9 che collega lo Speyside con le southern Highlands. Ho fatto una sosta doverosa a Dalwhinnie e ora sono seduto all’ Old Mill Inn a Pitlochry, il Jukebox sta mandando Tonight, Tonight degli Smashing Pumpkins e io sto aspettando 10 once di bistecca con accompagnamento di haggis da me espressamente richiesto mentre sorseggio un sontuoso Ale saporotissimo e un po’ affumicato. Poi nella bella camera del mio albergo mi aspetta il whisky da viaggio che mi sono comperato settimana scorsa sull’isola di Skye, una bottiglietta di Talisker 10.

Mi piace l’odore delle distillerie, e mi sono sorpreso a cercare i vapori della distillazione nelle mie continue visite. Che tanfo fantastico, che atmosfera auspicabile, così vorrei che profumasse la mia camera a casa. Vorrei esserne avviluppato costantemente, vorrei delle bombole speciali ai vapori di distilleria, alle quale attaccarmi quando ne sento il bisogno, quando sono un po’ giù di morale. Un minuto di questo vapore e sono una persona migliore.

Ieri perima di rintanarmi nel mio fantastico albergo ad Aberlour ho fatto tappa ad Elgin, presso il tempio assoluto dei rivenditori di whisky, il più grande imbottigliatore indipendente al mondo, Gordon & MacPhail. Ho scattato una bella panoramica all’interno e mi sono pure comperato una rara bottiglia di Convalmore del 1975. Ho visitato e scattato abbondantemente gli edifici oramai in disuso di questa distilleria che ora funge da magazzino per Glenfiddich a Dufftown. Sarà incredibile gustarselo con gli amici a Certara dopo avere visto i muri anneriti e la vernice scrostata delle sue porte, le finestre rotte, il silenzio, l’erba che cresce alta, incolta tutt’intorno. Questo è bere! Questa è la giusta consapevolezza. Riconoscenza per la storia di questo whisky che fra qualche decenio non esisterà più. Questo è lo strano destino che tocca ad alcuni dei grandi whisky di Scozia di cui esistono sempre meno bottiglie. Figuratevi che non sono più riuscito a vedere nemmeno una bottiglia di Port Ellen in tutti i negozi visitati. Diventano sempre più rari ‘sti bastardi!

Intanto oggi mi trovo decisamente più a sud, sull’Isle of Arran. Un’isola tutta d’un pezzo, ricoperta da una vegetazione rigogliosissima e da pascoli.

Ieri sera stavo cercando di raggiungere velocemente una vecchia chiesa abbandonata decorata dietro da uno spettacolare cielo con nuvole pitturate di rosa. Entro dunque in un campo e procedo velocemente verso una collinetta che sicuramente mi offre la visuale più generosa. Mi muovo a passo sostenuto e ad un tratto il mio piede sinistro sprofonda in una fanghiglia composta da terra, letame e liquame bovino ben stagionato. Partono probabilmente alcune bestemmie. Cerco di pulirmi il piede con l’erba ma é tutto inutile. Il mio sandalo é completamente inzuppato da questa orrenda quanto pregiata fanghiglia. Scatto comunque un paio di immagini e torno nel mio pittoresco alberghetto a Lagg, sulla punta sud dell’isola.

Faccio la doccia al mio sandalo per cercare di renderlo un po’ più presentabile. Ma forse solo questa sera dopo un’intera giornata a secco, la mia calzatura é tornata ad essere un po’ dignitosa. Ieri giravo con una gamba che puzzava di letame. Avete in mente quelle passeggiate che si fanno in estate in campagna? Quando si passa accanto a una fattoria oppure di fianco ad un campo che é appena stato smerdato a fresco di liquame? Quando si percepisce quel pungente odore di letame stagionato e un po’ romanticamente (ma mentendo a se stessi) si esclama “Mi piace questo odore di campagna”. Avete in mente? Ecco quello é l’odore che aveva il mio piede sinistro. Ieri ero infrequentabile.

Lasciata l’isola di Arran ho percorso tutta la penisola del Kintyre giù fino a Campbeltown, per poi risalirla dalla altra parte, su fino a Tarbert. La Scozia mi ha regalato in questi ultimi giorni delle magnifiche giornate di sole e di fronte a me avevo lo spettacolo del mare, l’Islay e i Paps of Jura, che tradotto significa “tette” del Jura, come mi ha confermato uno cui ho dato un passaggio da Lochranza a Brodick.

Ma che cielo azzurro c’é questa sera qui a Perth, nel cuore della Scozia alle 22:00 ? Azzurro ovunque.

Ultima serata di Scozia e “ciugnata” storica  qui a Bathgate.

Stavo già gustando uno shrimp cocktail qui alla Toby’s Classic Carvery quando mi passa accanto correndo un bambinetto di circa sei anni che pianta un volo spettacolare, come se qualcuno in piena corsa gli avesse bloccato entrambe le caviglie. Ovviamente si proietta di faccia dritto in terra, come una molla. “Wow! Impressive!” gli dico. Si rialza e riparte come se niente fosse successo. Io avrei sicuramente riportato un trauma cranico e delle lesioni permanenti. Mi avrebbero dovuto portare via in elicottero probabilmente, in un polmone d’acciaio. Invece eccolo che ripassa tutto sorridente.

La formula di questo locale consiste nel pagarsi dei tagli di carne che un cuoco ti deposita nel piatto, poi tu scegli quello che vuoi da un paio di carrelli con ogni tipo di guarnizione. Qui di fianco a me due asiatici si sono riempiti i piatti in modo quasi grottesco, un gioco di equilibrio circense. Bravi, comunque. È così ch si fa.

Mi son preso anche il dessert. Un gelato con delle scaglie di una roba dolce che mi si attacca ai denti come bio-adesivo. Non si staccherà mai più. Mi ci vorrà un dentista per ripulirli oppure dovró farmeli estirpare per rimuovere questo mastice malefico.

Oggi intanto sono riuscito a visitare ancora un paio di distillerie: Glenkinchie, una delle rare distillerie delle Lowlands e questo pomeriggio le rovine di un’antica distilleria di cui ho scoperto l’esistenza solo alcuni giorni fa. Si tratta dei muri ricoperti d’edera della Kennetpans Distillery che fu nella seconda parte del diciottesimo secolo la più grande distilleria di Scozia.

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Elgin to Banff

Ok, secondo giorno in Scozia. Questa mattina sono partito alle prime luci dell’alba e ho rincorso il rosso in cielo. Grande spettacolo di nuvole basse e alberi inbrinati. Sosta presso la distilleria Edradour dove assisto al trasporto delle botti in magazzino con gli operai che le spingono facendole rotolare a terra. La distilleria é ancora chiusa al pubblico ma ottengo il permesso di entrare a scattare dal ponticello.

EdradourRiparto in direzione dei monti Grampiani e comincia a nevicare. Arrivo a Dalwhinnie guidando su di una strada tutta imbiancata. Scatto un paio di panoramiche e riparto in direzione di Elgin. Dopo una breve discesa la mia strada si immette nella A9, l’autostrada che collega il Sud e il Nord della Scozia. Faccio qualche frenata di prova per controllare l’aderenza delle gomme sulla strada innevata e l’automobile parte e non si ferma. Io tengo schiacciato il freno ma l’auto scivola grattando un po’, giù fino all’incrocio. Intanto stanno arrivando a più di 100 km/h due autotreni e io a questo punto lascio il mio destino in mano alla sorte. Se non mi fermerò verrò probabilmente disintegrato. Dagli autotreni non hanno sicuramente idea che io sto frenando a tavoletta. Mi vedono scendere lentamente fino all’incrocio e non si immaginano che quando sarò in fondo probabilmente non mi fermerò. Signori, sono ad un passo da un incidente epico, uno di quelli di cui parleranno tutti qui nelle Highlands. Ad un metro dalla corsia l’auto si ferma improvvisamente, d’un botto, come se una mano invisibile l’avesse fermata. Passano i due autotreni sollevando una tempesta d’acqua e sale da strada. Lo spostamento d’aria fa sobbalzare l’auto. Poi silenzio. Tutto il paesaggio é bianco e silenzioso. Le nuvole basse scivolano sulle montagne. Ci sono di nuovo io e le Grampian Mountains, da soli. La mia autoradio, che era accesa ma da tempo non captava più alcun segnale, si sintonizza automaticamente su BBC Gael: una voce femminile canta questa strana lingua mentre la scena, oltre che essere piuttosto surreale, mi ricorda la sequenza di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo di Spielberg, quando Richard Dreyfuss ha appena incontrato gli alieni che sono già ripartiti e tutto ricomincia a funzionare.

Arrivo finalmente ad Elgin, posteggio l’automobile e vado immediatamante a rendere visita al tempio degli appassionati di whisky. Qui il paese dei balocchi si chiama Gordon & MacPhails e potrei starci dentro delle ore.

Gordon-&-MacPhail

Terzo giorno. Ora sto facendo una fantastica colazione una tantum con fagioli, salsiccia, bacon e funghi mentre qui passano alla radio una versione abbasatanza rumorosa di Santa Clause Is Coming To Town.

Oggi ho fatto visita ad alcune distillerie dello Speyside. Sono partito questa mattina alla volta di Burghead, un avamposto scozzese prima che cominci il gelido mare del Nord. Un vento figlio di puttana sferza ogni cosa e mi sbatte in faccia la neve che arriva col diretto giù dal Polo Nord. Clima veramente gelido qui, con i gabbiani che strillano in aria. Animali impressionanti. Ma come cazzo fanno a sopravvivere a queste temperature?  Se io fossi ricoperto dello stesso strato di piume che hanno loro e per qualche strano motivo fossi in cielo a volteggiare, morirei assiderato in un istante. Qua davanti l’acqua é burrascosa e la mia materia grigia mi fa pensare a come sarebbe se fossi in acqua a nuotare. Impossibile! Non é nemmeno immaginabile essere in acqua in questo momento dell’anno con queste condizioni atmosferiche. Ma come cazzo fanno i pesci? Mistero…

Ora sono seduto al bar del Fife Lodge Hotel di Banff e sto finalmente gustando e godendomi un buon whisky. An Cnoc. Questo pomeriggio mentre attraversavo la campagna in direzione di Dufftown ho visto da lontano delle strane cataste immense, regolari, di qualcosa che da lontano non riuscivo a identificare. Avvicinandomi, capisco e non credo ai miei occhi. Ma ci saranno almeno un paio di milioni di botti accatastate. Voi direte, ma va la… Un milione?! Ti sembreranno tante, non sai bene quante e decidi di adottare il parametro del milione giusto per rendere l’idea, per far capire che sono tante. E invece no, vi sbagliate. Non dico milione per dare l’idea del tanto, lo dico perché questo é probabilmente il numero di botti accatastate qua davanti ai miei occhi increduli, in piramidi enormi che un operaio sta costruendo da solo. C’é questo signore, al quale chiedo se posso scattare qualche foto, “no problem, take pictures as you like“, che sta caricando su una piattaforma 12 botti alla volta che poi alza con un elevatore fino alla cima della sua piramide. Ferma la pedana, scende dall’elevatore, scala la piramide e comincia a collocare un altro strato con le botti appena sollevate.

Già mi aspetto un no categorico alla mia entrata in questa spianata di piramidi scozzesi. Di solito in questi casi accampano motivazioni assicurative e per ragioni di sicurezza non ti lasciano avvicinare, come l’altra mattina a Edradour dove però sono riuscito a strappare in extermis il permesso di scattare dal ponticello sul fiume (ero fuori dall’orario delle visite e come detto in precedenza gli operai stavano trasportando le botti). Qui invece nessun problema, potevo girovagare abbastanza a mio piacimento e fotografare quello che volevo. Un freddo bastardo, però. Le dita delle mie mani al momento non facevano più parte del mio corpo. Non ne avevo percezione.

[showtime]

Adesso mi hanno sevito da mangiare ai tavoli davanti al bar. Nel momento in cui mi sono seduto é arrivata una comitiva di 15 scozzesi. Stanno tutti in piedi intorno al mio tavolo mentre bevono birra in attesa del loro turno per mangiare. Stanno tutti guardando me, che mangio. “Ma sedetevi, cazzo! Ma che cazzo fate tutti in piedi in circolo intorno a me? Ma chi siamo? I Cavaglieri della Tavola Rotonda e io sono Re Artù che mangia prima di tutti? Allora guardate… Che altro vi posso dire? Guardate e invidiatemi, che tanto poi vi giustizio tutti con un bel vaffanculo a tutti voi. Stronzi!” Finalmente. Uno ha avuto il buon senso di sedersi e tutti gli altri lo hanno seguito pecorosamente. Cazzo, ho sbagliato a ordinare la birra e mi é arrivata una Bud-piscio in bottiglia. Vabbé, la bevo lo stesso così sto leggero a cena e più tardi mi gusto un paio di ottime birre scozzesi comperate ieri da Gordon & MacPhail a Elgin. E’ leggerissima la Bud, é veramente quasi come bere gazzosa, anzi la gazzosa stona forse di più. Di positivo c’é il caminetto qua di fronte e lo starter che era un ottimo prawns cocktail. Adesso attendo la carne!

Bentornato Speyside

Grande serata dedicata al whisky presso la Vinoteca Tamborini di Lamone ieri in presenza di una rappresentante di Pernod Ricard. Le ultime serate dedicate al whisky erano state presentate da Diageo, percui  le degustazioni vertevano principalmente sui classic malts come Lagavulin, Oban, Talisker, Glenkinchie e simili. Questa volta la degustazione é stata tecnicamente forse meno pertinente ma sicuramente interessante per quanto riguarda la varietà dei prodotti.

  • Jameson 12 years
  • Four Roses single barrel 50%
  • Chivas Regal 18 years
  • Glenlivet Nadurra 16 years 57.7
  • Aberlour a’ bunadh Batch 26, 60.6%

Una degustazione rappresentativa della varietà di prodotti di Pernod Ricard.

Dopo diversi anni di assaggi dedicati esclusivamente ai single malt é stato molto interessante bere di nuovo un blended whisky. Si corre infatti il rischio di passare di fianco ad un gran whisky senza rendersene conto. Un tempo il blended whisky per me significava solo quel whisky che comperi al supermercato, quello che mescoli con la coca cola, quello che tracanni per ubriacarti velocemente. Il blending, invece,  é un’ arte che richiede una grandissima esperienza ed é finalizzata all’ ottenimento di un gusto perfetto, di un bilanciamento ideale e di un’armonia riproducibile. Non posso che essere gratificato dall’assaggio di Chivas Regal di 18 anni.

Scopro però che ciò che più mi attira oggi in un whisky é la sua personalità e pure le sue imperfezioni. Sono anche contento di aver preso delle grandi cantonate in materia di whisky. Mentre Chivas 18 sarà sempre Chivas 18, ogni anno lo stesso gusto rassicurante, un single malt potrà sorprendermi per la varietà di annate, maturazioni, finiture e quant’altro. Un’annata sarà mediocre e quella successiva magari eccellente, ogni tanto mi troverò confrontato ad un whisky dal sapore unico che magari sarò in grado di apprezzare solo dopo ripetuti assaggi. Così voglio sperimentare il whisky, con sorpresa, sbalordimento ma anche disappunto e critica se fosse necessario.

Il primo grande assaggio di whisky questa sera arriva con il Glenlivet Nadurra. Sarà per la gradazione che ti fa esplodere i gusti in bocca e per il profumo fruttato che emana, con questo distillato  io credo di esser passato ad un livello di degustazione senza dubbio superiore. Un whisky che già avevo addocchiato in passato e al quale non avevo saputo resistere.

aberlour-abunadhIl mondo dei single malt riserva comunque molte sorprese e per me ieri sera é stata una vera sorpresa l’assaggio di Aberlour a’bunadh, batch 26. Mamma mia che esplosione di sapore, che festival di spezie! Se dovessi far capire a qualcuno cosa significa affinare un whisky in botti di sherry gli farei provare questo whisky e non sarebbe necessaria nessun’altra spiegazione. Se hai provato un qualsiasi whisky di fascia media e poi assaggi questo Aberlour é come se cominciassi a bere whisky per la prima volta. Ci sono solo 900 bottiglie commercializzate in Svizzera che lo rendono un obiettivo ancora più attraente. Questo whisky stravince la degustazione di questa sera. Chiedo consiglio a Jim Murray che mi conferma la prima impressione con un rotondo e meritatissimo 95 punti su 100 sulla Whisky Bible del 2010.

Dopo aver speso nei post precedenti tante parole per i whisky dell’ Islay oggi non posso fare altro che dire “Bentornato Speyside”.