Banffshire

Il Banffshire é il luogo dove vorrei essere in questo momento. Sto assaggiando il mio Convalmore del 1975 e mi ricordo quel pomeriggio mentre scattavo panoramiche tra gli edifici ricoperti di muschio di questa distilleria “silenziosa “dello speyside. Giravo tra le botti abbandonate all’esterno, di pomeriggio, dopo la pioggia. Lo Spey scorreva lento. Ero come un bambino in un negozio di giocattoli. Guardavo tutto con totale attenzione, ogni dettaglio, ogni sfumatura della ruggine e tutte le tonalità dei resti di vernice ancora attaccati alle pareti della distilleria.

L’anno prossimo in Scozia! Devo tornarci, cazzo. Voglio tornare a Pitlochry e farmi una camminata di mezzora nel buio di sera, per arrivare al Moulin Inn, entrare nell’atmosfera accogliente e centenaria di questa locanda di campagna. Prima una bella pinta di Bravehart Golden Ale e poi una bella bistecca farcita di haggis come solo io posso ordinare.

Dai, l’anno prossimo in Scozia! Andiamo a prenderci la nostra botte!

La Scozia mi chiama

L’ultima volta che andai in Scozia, poco prima di raggiungere le isole Orcadi, mi accaddero un paio di piccole catastrofi. La prima fu difficile da digerire. Uno dei motivi che mi avevano spinto in Scozia era l’idea di scattare panoramiche in ogni distilleria che avrei visitato ma quando distrussi la Nikon D70, che in mezzo ad un morbido prato un po’ muschiato cadde sull’unica pietra presente andando in frantumi, mi venne una fitta al cuore. Ero al culmine del mio giro in Scozia, ad un paio di giorni dalla visita alla Highland Park Distillery, e non avevo più una macchina fotografica per scattare le panoramiche.

L’altro mio passatempo quando viaggio é quello di scrivere su questo blog e giunto a Gills, da dove partono i ferries per le Isole Orcadi, avevo terminato di scrivere l’ultima porzione di un mega-post epico che mi apprestavo a pubblicare sul blog con le impressioni che avevo raccolto durante tutta la settimana di viaggio. Stavo utilizzando la versione per iPhone di WordPress e senza rendermene conto cancellai tutto senza alcuna possibilità di recuperare quanto avevo scritto con fatica.

La sfiga stava perseguitandomi.

La visita a Kirkwall e soprattutto alla Highland Park Distillery furono grandi momenti di gioia orzo-maltata. Comperai il loro New Make Spirit e qualche gadget.
Poche distillerie hanno stock sufficienti per produrre annualmente una linea di whisky invecchiato 40 anni. Highland Park realizza una bottiglia da 70cl con un prezzo assolutamente proibitivo che si aggira attorno alle 1500 £. Vendono però una sorprendente miniatura con tanto di scatola in legno con cerniere metalliche a 75 £. Anch’essa una follia ma non resisto alla tentazione.

Allora, con la rabbia per i due incidenti occorsi ne parlai velocemente ma non pubblicai nessuna foto di questa miniatura e mi ripromisi di farlo in seguito. Oggi pongo rimedio.
20140916_182853_Android

2014-09-16-18.33.2320140916_182941_AndroidIntanto sto ascoltando Swarm di Atomic Ape, la band nata da uno scostolamento degli Orange Tulip Conspiracy del chitarrista Jason Schimmel. C’é anche Trey Spruance (Secret Chiefs 3, Mr. Bungle).

Come con gli OTC anche questo disco offre un misterioso viaggio attreverso una miriade di stili e influenze, jazz, medio orientale, balcanica, greca, est-europea, prog rock, big band, punk e eccletticismo a profusione per chi non si stanca mai di niente e ha sempre voglia di qualcosa di nuovo, di una sorpresa e del cioccolato.

20140916_181942_Android

Strathisla Distillery

È la più vecchia distilleria in attività di tutta la Scozia. Bella, elegante, appollaiata nel centro di Keith nel Banffshire, nord-est dello Speyside. In un attimo si arriva al mare, andando verso Banff o verso Fochabers. A sud invece si raggiunge la capitale mondiale del whisky, Dufftown. Tutt’intorno sembra la contea di Bilbo e Frodo Baggins.

[pano file=”pano/Strathisla/Strathisla.xml” preview=”pano/Strathisla/Strathisla.jpg” width=”450″ height=”300″]

Convalmore

 

Sometimes Good Weather Follows Bad People

Sometimes Good Weather Follows Bad People

Sto ascoltando la musica tutta rotta e incollata dei Califone. Non un disco nuovo ma la spettacolare ristampa in vinile di Sometimes Good Weather Follows Bad People. Intanto sto preparando quest’altra panoramica scozzese scattata tra le mura vecchie della Convalmore Distillery a Dufftown. Chiusa all’inizio degli anni ottanta e ora in stato di semiabbandono é abbastanza lurida e incrostata, proprio come piace a me.

Mentre guardo questa panoramica ho l’esclusivo piacere di gustarmi un bicchiere di Convalmore distillato nel 1975 e imbottigliato nel 2008.

[pano file=”pano/Convalmore/Convalmore.xml” preview=”pano/Convalmore/Convalmore.jpg” width=”450″ height=”300″]

Gordon & MacPhail

Una delle migliori giornate scozzesi l’ho trascorsa quest’estate girando attorno a Elgin, in ogni possibile direzione, a caccia di panoramiche, ispirato dallo Speyside, dalle distillerie, dal whisky. In serata ho concluso il mio pellegrinaggio in un tempio del whisky scozzese: Il retail shop di Gordon and MacPhail in South Street a Elgin, un santuario, un luogo in cui mi sento a casa, la celebrazione totale di una delle mie passioni. Lascio parlare la panoramica che ho potuto scattare grazie alla gentilezza e disponibilità dei proprietari.

[pano file=”pano/Gordon-and-MacPhail/Gordon-and-MacPhail.xml” preview=”pano/Gordon-and-MacPhail/Gordon-and-MacPhail.jpg” width=”450″ height=”200″]

Non sono uscito a mani vuote, comunque. E’ tornata a casa con me una splendida bottiglia di Convalmore, distillata nel 1975 e imbottigliata nel 2008, 33 anni, dunque, per questo whisky realizzato in una distilleria che interruppe la produzione nel 1985 e che ho visitato e fotografato durante le mie scorribande nello Speyside.

Speyside e Lowlands

Qui in questo ristorante di Lossiemouth se la tirano forse un po’ troppo. C’é il localino d’ attesa ma la sala da pranzo  é praticamente vuota. Ok adesso sono seduto a tavola e il food é comunque excellent, bisogna pur dirlo. Oggi ho girovagato allegramente per le campagne dello Speyside, tra castelli in rovina, distillerie e questo fiume, con il suo colore whisky che attraversa tranquillo queste terre. Qualche raggio di sole s’é visto oggi per fortuna.

Fa comunque un po’ troppo caldo dentro questo posto, ci saranno 38 gradi!

Bene bene, porgy and bess, oggi ho vissuto la prima vera giornata di sole qui in Scozia. Non è che io non l’abbia visto il sole nei giorni passati, ma sempre in piccole dosi, giusto per farmi vedere quello che potrebbe essere, un assaggino bastardo. Oggi invece mi sono svegliato ad Aberlour con un fantastico cielo blu che mi ha fatto saltare la colazione per non perdermi nemmeno un momento di questa giornata che alla reception mi hanno descritto come “scioccante”. Ho ripercorso in fretta e furia tutte le distillerie attorno a Dufftown, Keith e Craigellachie: Strathisla, Dufftown, Mortlach, Glennfiddich, le defunte Parkmore e Convalmore, poi Cragganmore, Tormore, Benrinnes, Glendullan. Ho inoltre visitato i bottai di Speyside Cooperage e poi sono sceso in serata a Pitlochry, percorrendo la A9 che collega lo Speyside con le southern Highlands. Ho fatto una sosta doverosa a Dalwhinnie e ora sono seduto all’ Old Mill Inn a Pitlochry, il Jukebox sta mandando Tonight, Tonight degli Smashing Pumpkins e io sto aspettando 10 once di bistecca con accompagnamento di haggis da me espressamente richiesto mentre sorseggio un sontuoso Ale saporotissimo e un po’ affumicato. Poi nella bella camera del mio albergo mi aspetta il whisky da viaggio che mi sono comperato settimana scorsa sull’isola di Skye, una bottiglietta di Talisker 10.

Mi piace l’odore delle distillerie, e mi sono sorpreso a cercare i vapori della distillazione nelle mie continue visite. Che tanfo fantastico, che atmosfera auspicabile, così vorrei che profumasse la mia camera a casa. Vorrei esserne avviluppato costantemente, vorrei delle bombole speciali ai vapori di distilleria, alle quale attaccarmi quando ne sento il bisogno, quando sono un po’ giù di morale. Un minuto di questo vapore e sono una persona migliore.

Ieri perima di rintanarmi nel mio fantastico albergo ad Aberlour ho fatto tappa ad Elgin, presso il tempio assoluto dei rivenditori di whisky, il più grande imbottigliatore indipendente al mondo, Gordon & MacPhail. Ho scattato una bella panoramica all’interno e mi sono pure comperato una rara bottiglia di Convalmore del 1975. Ho visitato e scattato abbondantemente gli edifici oramai in disuso di questa distilleria che ora funge da magazzino per Glenfiddich a Dufftown. Sarà incredibile gustarselo con gli amici a Certara dopo avere visto i muri anneriti e la vernice scrostata delle sue porte, le finestre rotte, il silenzio, l’erba che cresce alta, incolta tutt’intorno. Questo è bere! Questa è la giusta consapevolezza. Riconoscenza per la storia di questo whisky che fra qualche decenio non esisterà più. Questo è lo strano destino che tocca ad alcuni dei grandi whisky di Scozia di cui esistono sempre meno bottiglie. Figuratevi che non sono più riuscito a vedere nemmeno una bottiglia di Port Ellen in tutti i negozi visitati. Diventano sempre più rari ‘sti bastardi!

Intanto oggi mi trovo decisamente più a sud, sull’Isle of Arran. Un’isola tutta d’un pezzo, ricoperta da una vegetazione rigogliosissima e da pascoli.

Ieri sera stavo cercando di raggiungere velocemente una vecchia chiesa abbandonata decorata dietro da uno spettacolare cielo con nuvole pitturate di rosa. Entro dunque in un campo e procedo velocemente verso una collinetta che sicuramente mi offre la visuale più generosa. Mi muovo a passo sostenuto e ad un tratto il mio piede sinistro sprofonda in una fanghiglia composta da terra, letame e liquame bovino ben stagionato. Partono probabilmente alcune bestemmie. Cerco di pulirmi il piede con l’erba ma é tutto inutile. Il mio sandalo é completamente inzuppato da questa orrenda quanto pregiata fanghiglia. Scatto comunque un paio di immagini e torno nel mio pittoresco alberghetto a Lagg, sulla punta sud dell’isola.

Faccio la doccia al mio sandalo per cercare di renderlo un po’ più presentabile. Ma forse solo questa sera dopo un’intera giornata a secco, la mia calzatura é tornata ad essere un po’ dignitosa. Ieri giravo con una gamba che puzzava di letame. Avete in mente quelle passeggiate che si fanno in estate in campagna? Quando si passa accanto a una fattoria oppure di fianco ad un campo che é appena stato smerdato a fresco di liquame? Quando si percepisce quel pungente odore di letame stagionato e un po’ romanticamente (ma mentendo a se stessi) si esclama “Mi piace questo odore di campagna”. Avete in mente? Ecco quello é l’odore che aveva il mio piede sinistro. Ieri ero infrequentabile.

Lasciata l’isola di Arran ho percorso tutta la penisola del Kintyre giù fino a Campbeltown, per poi risalirla dalla altra parte, su fino a Tarbert. La Scozia mi ha regalato in questi ultimi giorni delle magnifiche giornate di sole e di fronte a me avevo lo spettacolo del mare, l’Islay e i Paps of Jura, che tradotto significa “tette” del Jura, come mi ha confermato uno cui ho dato un passaggio da Lochranza a Brodick.

Ma che cielo azzurro c’é questa sera qui a Perth, nel cuore della Scozia alle 22:00 ? Azzurro ovunque.

Ultima serata di Scozia e “ciugnata” storica  qui a Bathgate.

Stavo già gustando uno shrimp cocktail qui alla Toby’s Classic Carvery quando mi passa accanto correndo un bambinetto di circa sei anni che pianta un volo spettacolare, come se qualcuno in piena corsa gli avesse bloccato entrambe le caviglie. Ovviamente si proietta di faccia dritto in terra, come una molla. “Wow! Impressive!” gli dico. Si rialza e riparte come se niente fosse successo. Io avrei sicuramente riportato un trauma cranico e delle lesioni permanenti. Mi avrebbero dovuto portare via in elicottero probabilmente, in un polmone d’acciaio. Invece eccolo che ripassa tutto sorridente.

La formula di questo locale consiste nel pagarsi dei tagli di carne che un cuoco ti deposita nel piatto, poi tu scegli quello che vuoi da un paio di carrelli con ogni tipo di guarnizione. Qui di fianco a me due asiatici si sono riempiti i piatti in modo quasi grottesco, un gioco di equilibrio circense. Bravi, comunque. È così ch si fa.

Mi son preso anche il dessert. Un gelato con delle scaglie di una roba dolce che mi si attacca ai denti come bio-adesivo. Non si staccherà mai più. Mi ci vorrà un dentista per ripulirli oppure dovró farmeli estirpare per rimuovere questo mastice malefico.

Oggi intanto sono riuscito a visitare ancora un paio di distillerie: Glenkinchie, una delle rare distillerie delle Lowlands e questo pomeriggio le rovine di un’antica distilleria di cui ho scoperto l’esistenza solo alcuni giorni fa. Si tratta dei muri ricoperti d’edera della Kennetpans Distillery che fu nella seconda parte del diciottesimo secolo la più grande distilleria di Scozia.

[pano file=”pano/Kennetpans/Kennetpans.xml” preview=”pano/Kennetpans/Kennetpans.jpg” width=”450″ height=”300″]

Scotland, again!

Sono finalmente a bordo di un vettore EasyJet e sto attraversando i cieli nuvolosi d’Europa centrale. Ritorno in Scozia a caccia di panoramiche strepitose per immortalare alcuni esemplari di distelleria scozzese che ancora mancano nella mia bacheca di trofei fotografici. Siamo partiti con grande ritardo ma ora tutto è già di nuovo migliore anche grazie ad un discreto toast caldo e una buona Nastro Azzurro che scende giú tranquila e gentile nel mio stomaco. Cosa voglio da questa mia nuova peregrinazione nord europea? Voglio sentire il profumo del malto d’orzo, della birra che fermenta nelle cisterne, del fumo di torba, si cazzo! Il fumo di torba è un magnifico odore che io sto bramando. Me lo ricordo intensissimo sull’Islay qualche anno fa ma adesso lo voglio sperimentare sull’ isola di Skye e magari anche alle Orkney, su a nord, dove si produce il magnifico ed elegantissimo Highland Park. Devo andare alle Orkney ad ogni costo, anche a nuoto se necessario.

Whisky è la parola d’ordine di questo mio viaggetto, in tutte le sue declinazioni. Voglio vedere almabicchi di rame a collo di cigno e magazzini stracolmi di botti. Voglio tanfo di botte vecchia, ovunque. Legno che lavora, giusto? Eccheccazzo , dobbiamo lavorare solo noi? Non é giusto, anche il legno deve darsi da fare. Vecchi castelli diroccati e druidi millenari intenti a preparare intrugli magici. Troverò Gandalf da qualche parte, me lo sento. Questi luoghi evocano il mondo di Tolkien. Muri di campagna ricoperti di muschio millenario e croci celtiche abbattute mi calano immediatamente nello stato d’animo giusto.

Adesso sopra un mare bianco sto ascoltando le note pesanti della grandissima band post-rock dei Pelican. Glimmer dall’ album What We All Come To Need, Post Rock strumentale pesante e solenne! Roba seria, insomma.

Fa o non fa un certo effetto bersi un Oban ad Oban? Io direi proprio di si. Sono partito questa mattina da un’Italia quasi tropicale per arrivare in una Scozia ben soleggiata qui ad Oban ma abbastanza gelida. Per fortuna sono ben equipaggiato e questo delizioso succhetto di orzo maltato e distillato aiuta parecchio. Signori! In questa cittadina si fa un Single Malt di fama mondiale! Mi preme sottolinearlo. Tra 15 minuti completo la giornata con una sontuosa cena a base di pesce. Stasera spendo quello che c’é da spendere! Fotte un cazzo!

Qui al tavolo di fianco al mio sono arrivati due piatti di cozze spettacolari, tutte belle sdraiate su un magnifico letto di insalata e la signora che se le é viste apparire sotto gli occhi ha esclamato ad alta voce: “Jesus!”

Approvo.

Anche i miei piatti sono sontuosi: delle capesante giganti, gustosissime e dalla consistenza perfetta, accompagnate da un risottino tutto sapore e natura. Poi proseguo con un tris di pesci, halibut, monk fish e sea bass con purée-due colori, patate e zucca, fagiolini e carote e ora termino con una  crème brulée con una crosticina di zucchero orgasmica! Ho voglia di farmela! Questa C. B. é sesso puro, é un rapporto consumato, sono le 72 vergini degli shahid in paradiso. Comunque quanta bella roba ci fornisce il mare… Una parte di pianeta terra generosissima!

Questo pomeriggio qui c’era una specie di sagra di paese e molti uomini giravano in kilt qui a Oban.

Appena esco, per celebrare la mia prima giornata scozzese mi accendo un magnifico sigaro cubano, Romeo y Julieta.

Un altro giorno e passato e un’ altra distilleria é stata visitata. É difficile descrivere l’incredibile profumo che avvolgeva la distilleria Talisker questo pomeriggio sull’isola di Skye. Formidabile! Io divento una persona migliore quando odoro questa incredibile fragranza. Sono peró abbastanza incazzato perché non mi hanno fatto scattare nella still room, cazzo! Era bellissima con 5 alambicchi in fila, di rame bellissimi ed eleganti. La Distillazione era pure ferma. Che problema c’é? Non mi comperate con la balla della sicurezza. In Kentucky mi hanno fatto scattare alla grande in un sacco di distillerie e pure qui in Scozia, in passato non ho avuto problemi a scattare nella still room di Bruichladdich e Ardbeg. Nessuno ha mai fatto storie. Credo forse che possa trattarsi di una direttiva Diageo forse. Mi é capitato sempre nelle loro distillerie, anche a Pitlochry da Blair Athol qualche anno fa.

Sto mangiando finalmente haggis questa sera. Lo adoro! Fantastico, visceralmente scozzese, saporitissimo con nips and tatties.

Poi, fino alle 23:00, una fantastica chiaccherata con una coppia di texani e un nonno, una figlia e una nipote australiani. Il mondo é incredibile, la gente é meravigliosa e così tutti noi perfetti sconosciuti ci si ritrova a parlare fino a tarda serata come fossimo amici.

Questa mattina partenza verso nord in direzione di Ullapool dopo aver effettuato una prenotazione d’albergo tramite smartphone! Veramente troppo smart!

Ieri nel tentativo di caricare tutto quanto scritto tramite WordPress per iOS sul sito web, ho perso gli ultimi tre giorni di resoconti che però ora non ho assolutamente voglia di riprendere. Sarò dunque estremamente sintetico:

Ullapool – Durness –> strada fantastica

Pernottamento a Thurso –> ottima Rib eye steak

Ieri Orkney Islands –> fantastica visita presso Highland Park Distillery, speso 75£ per una miniatura di HP 40 anni. (Presto una foto)

Elgin to Banff

Ok, secondo giorno in Scozia. Questa mattina sono partito alle prime luci dell’alba e ho rincorso il rosso in cielo. Grande spettacolo di nuvole basse e alberi inbrinati. Sosta presso la distilleria Edradour dove assisto al trasporto delle botti in magazzino con gli operai che le spingono facendole rotolare a terra. La distilleria é ancora chiusa al pubblico ma ottengo il permesso di entrare a scattare dal ponticello.

EdradourRiparto in direzione dei monti Grampiani e comincia a nevicare. Arrivo a Dalwhinnie guidando su di una strada tutta imbiancata. Scatto un paio di panoramiche e riparto in direzione di Elgin. Dopo una breve discesa la mia strada si immette nella A9, l’autostrada che collega il Sud e il Nord della Scozia. Faccio qualche frenata di prova per controllare l’aderenza delle gomme sulla strada innevata e l’automobile parte e non si ferma. Io tengo schiacciato il freno ma l’auto scivola grattando un po’, giù fino all’incrocio. Intanto stanno arrivando a più di 100 km/h due autotreni e io a questo punto lascio il mio destino in mano alla sorte. Se non mi fermerò verrò probabilmente disintegrato. Dagli autotreni non hanno sicuramente idea che io sto frenando a tavoletta. Mi vedono scendere lentamente fino all’incrocio e non si immaginano che quando sarò in fondo probabilmente non mi fermerò. Signori, sono ad un passo da un incidente epico, uno di quelli di cui parleranno tutti qui nelle Highlands. Ad un metro dalla corsia l’auto si ferma improvvisamente, d’un botto, come se una mano invisibile l’avesse fermata. Passano i due autotreni sollevando una tempesta d’acqua e sale da strada. Lo spostamento d’aria fa sobbalzare l’auto. Poi silenzio. Tutto il paesaggio é bianco e silenzioso. Le nuvole basse scivolano sulle montagne. Ci sono di nuovo io e le Grampian Mountains, da soli. La mia autoradio, che era accesa ma da tempo non captava più alcun segnale, si sintonizza automaticamente su BBC Gael: una voce femminile canta questa strana lingua mentre la scena, oltre che essere piuttosto surreale, mi ricorda la sequenza di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo di Spielberg, quando Richard Dreyfuss ha appena incontrato gli alieni che sono già ripartiti e tutto ricomincia a funzionare.

Arrivo finalmente ad Elgin, posteggio l’automobile e vado immediatamante a rendere visita al tempio degli appassionati di whisky. Qui il paese dei balocchi si chiama Gordon & MacPhails e potrei starci dentro delle ore.

Gordon-&-MacPhail

Terzo giorno. Ora sto facendo una fantastica colazione una tantum con fagioli, salsiccia, bacon e funghi mentre qui passano alla radio una versione abbasatanza rumorosa di Santa Clause Is Coming To Town.

Oggi ho fatto visita ad alcune distillerie dello Speyside. Sono partito questa mattina alla volta di Burghead, un avamposto scozzese prima che cominci il gelido mare del Nord. Un vento figlio di puttana sferza ogni cosa e mi sbatte in faccia la neve che arriva col diretto giù dal Polo Nord. Clima veramente gelido qui, con i gabbiani che strillano in aria. Animali impressionanti. Ma come cazzo fanno a sopravvivere a queste temperature?  Se io fossi ricoperto dello stesso strato di piume che hanno loro e per qualche strano motivo fossi in cielo a volteggiare, morirei assiderato in un istante. Qua davanti l’acqua é burrascosa e la mia materia grigia mi fa pensare a come sarebbe se fossi in acqua a nuotare. Impossibile! Non é nemmeno immaginabile essere in acqua in questo momento dell’anno con queste condizioni atmosferiche. Ma come cazzo fanno i pesci? Mistero…

Ora sono seduto al bar del Fife Lodge Hotel di Banff e sto finalmente gustando e godendomi un buon whisky. An Cnoc. Questo pomeriggio mentre attraversavo la campagna in direzione di Dufftown ho visto da lontano delle strane cataste immense, regolari, di qualcosa che da lontano non riuscivo a identificare. Avvicinandomi, capisco e non credo ai miei occhi. Ma ci saranno almeno un paio di milioni di botti accatastate. Voi direte, ma va la… Un milione?! Ti sembreranno tante, non sai bene quante e decidi di adottare il parametro del milione giusto per rendere l’idea, per far capire che sono tante. E invece no, vi sbagliate. Non dico milione per dare l’idea del tanto, lo dico perché questo é probabilmente il numero di botti accatastate qua davanti ai miei occhi increduli, in piramidi enormi che un operaio sta costruendo da solo. C’é questo signore, al quale chiedo se posso scattare qualche foto, “no problem, take pictures as you like“, che sta caricando su una piattaforma 12 botti alla volta che poi alza con un elevatore fino alla cima della sua piramide. Ferma la pedana, scende dall’elevatore, scala la piramide e comincia a collocare un altro strato con le botti appena sollevate.

Già mi aspetto un no categorico alla mia entrata in questa spianata di piramidi scozzesi. Di solito in questi casi accampano motivazioni assicurative e per ragioni di sicurezza non ti lasciano avvicinare, come l’altra mattina a Edradour dove però sono riuscito a strappare in extermis il permesso di scattare dal ponticello sul fiume (ero fuori dall’orario delle visite e come detto in precedenza gli operai stavano trasportando le botti). Qui invece nessun problema, potevo girovagare abbastanza a mio piacimento e fotografare quello che volevo. Un freddo bastardo, però. Le dita delle mie mani al momento non facevano più parte del mio corpo. Non ne avevo percezione.

[showtime]

Adesso mi hanno sevito da mangiare ai tavoli davanti al bar. Nel momento in cui mi sono seduto é arrivata una comitiva di 15 scozzesi. Stanno tutti in piedi intorno al mio tavolo mentre bevono birra in attesa del loro turno per mangiare. Stanno tutti guardando me, che mangio. “Ma sedetevi, cazzo! Ma che cazzo fate tutti in piedi in circolo intorno a me? Ma chi siamo? I Cavaglieri della Tavola Rotonda e io sono Re Artù che mangia prima di tutti? Allora guardate… Che altro vi posso dire? Guardate e invidiatemi, che tanto poi vi giustizio tutti con un bel vaffanculo a tutti voi. Stronzi!” Finalmente. Uno ha avuto il buon senso di sedersi e tutti gli altri lo hanno seguito pecorosamente. Cazzo, ho sbagliato a ordinare la birra e mi é arrivata una Bud-piscio in bottiglia. Vabbé, la bevo lo stesso così sto leggero a cena e più tardi mi gusto un paio di ottime birre scozzesi comperate ieri da Gordon & MacPhail a Elgin. E’ leggerissima la Bud, é veramente quasi come bere gazzosa, anzi la gazzosa stona forse di più. Di positivo c’é il caminetto qua di fronte e lo starter che era un ottimo prawns cocktail. Adesso attendo la carne!

Welcome to Moray

Ah che bello signori, che sensazione sempre fantastica l’attesa prima di una partenza in aeroporto. Somma goduria, un limbo bellissimo nel quale mi trovo sempre in equilibrio tra ansia e gioia. Diciamo che col passare degli anni l’ansia é quasi del tutto scomparsa ed é sempre meno necessario alcolizzarmi per volare in uno stato di piacevole sedazione. Anche ora però c’é quell’attimo di breve turbolenza intestinale che potrebbe sfociare in qualche simpaticissimo spruzzetto di diarrea, percui un prezioso imodium é sempre a portata di mano in caso di necessità, per impedire che l’aerografo anale mi tinga i boxer d’ocra. Qui al terminale 2 di Malpensa sono seduto ad un tavolino e guardo la gente. Arriva a ondate, come il traffico in autostrada stamane dopo Turate. Prima niente, corridoio vuoto, vista libera su di una pregevole cinquantenne business woman, gamba lunga, polpaccio di ferro e gonna nera corta. Poi arriva la coda di passeggeri, come uno tzunami, tutti seri, tutti di fretta. Metà coda ha il cellulare all’orecchio. Una decina di passeggeri tossisce violentemente e un paio di essi sono tutti rossi in faccia con le vene del collo gonfie. Vedo le particelle delle loro salive nebulizzate che volano via dalle loro bocche-cloache. Nel raggio di sole che si getta in questo corridoio farmaceutico il fenomeno acquista connotazioni pandemiche. Una tipina seduta qua davanti, col computer di fronte, si sta festosamente rigirando un cono gelato sulla lingua, in tutte le direzioni: ora in senso orario, pausa, ora in senso antiorario, pausa, succhiotto da sopra e smerigliamento laterale, pausa, bocciardatura e spatolatura. Azz! E’ arrivata alla cialda e adesso morde. Infine gran finale col fondo di cono ripieno di cioccolata, un attimo di esitazione, gnam! Tutto scompare in un boccone. Fantastico! Sono le 11, andiamo al GATE.

Intanto qui al terminale stanno mandando una pubblicità che gira a circuito chiuso ogni due minuti: “Mal di pancia? Disturbi intestinali? Diarrea? Enterogermina o qualcosa di simile e poi tutto ti sembra migliore.

Bene adesso sono in volo, sto ascoltando APC bevendo una Stella Artois. Ora é partita Horse With No Name degli America che per me rimangono pur sempre la miglior musica da viaggio con pochissime altre eccezioni. Sotto é un mare bianco, proprio come panna montata, ma quella montata poco, quella che se ci fai il buco, si richiude. E’ chiaro ora quanto é montata sta cazzo di panna? Si? Bene, allora procediamo. Prima abbiamo sorvolato le alpi tutte libere dalle nubi. Che spettacolo! Ma viviamo proprio su un pianeta bellissimo.alpi

Forse un tempo, in passato, in uno dei miei momenti bui, chiaro-scuri, meglio, ho vissuto, ho immaginato, ho sognato un passaggio vertiginoso attraverso le nubi di Venere e probabilmente anche di Giove. Sospeso in un angolo del mio subcosciente, pilota di chissà quale veicolo onirico, capitano solitario chiuso in una capsula da millenni, lanciato su giove, nel silenzio, incollato al ferro, oramai mezzo uomo, mezzo macchina. pandorumUn biomeccanoide tutto ricoperto di gravy e gelatina, un paesaggio di H. R. Giger, un incubo di Ridley Scott, tutto intubato, immerso in nuvole di vapore sbuffante dentro il mio modulo che precipita attraverso un denso strato di schifose nuvole turbolente spesse migliaia di chilometri, con l’intenzione di posarmi su un cuscino di metano, una gigantesca bolla gassosa sospesa in un colossale oceano di merda, un cataclisma fecale.

Vabbé, adesso un brano partito in cuffia mi impedisce di proseguire con il mio delirio SCI-FI. New York State Of Mind di Billy Joel. Io credo abbastanza fermamente che solo chi comprende questa canzone sia autorizzato a dichiararsi conoscitore dello spirito niuiorchese e di New York City stessa. Se non si fosse coscienti dell’esistenza di uno stato d’animo niuiorchese non si é stati toccati da questa città. Non la si conosce. PERIOD. Billy Joel, signori…

Ma torniamo alla Scozia, eh si, cazzo, perché é proprio li che sono diretto (non l’avevo ancora scritto?) Sto sorvolando la Manica. Però se ci penso é proprio assurdo il fatto che io stia viaggiando a poco più di 20 € da Milano a Edinburgh. Mah, chissà. Qualcosa non torna.

Questa Europa oggi é fottutamente ricoperta di nubi. Da quassù sembra che tutto il pianeta sia avvolto dalle nubi.

There’s a pale horse coming, and I’m gonna ride it” canta Bruce Springsteen. Da pelle d’oca  questo brano.

Bisogna sempre pisciare quando ti scappa. Non aspettare! Se pensi che poi avrai occasione di farla, in genere ti sbagli e stai sicuro che ti ritrovi a fare i salti mortali per non fartela addosso. Tecniche zen e meditazione yoga non ti aiuteranno. Soffrirai e basta. Io questo ho imparato negli ultimi tempi. Una cosa veramente semplice, assolutamente naturale e spontanea direte voi: Stimolo? Piscio! Senza mai esitare. Tac! Tac! Stimolo e piscio, stimolo e piscio. Su signori, vuotare bene la sacca. Stimolo e piscio!

Tra poco si arriva a Edinburgh, schema autonoleggio da superare, un momento di assestamento critico per la guida a sinistra e poi si parte su a nord in direzione dello Speyside. Cercherò di arrivare in tempo utile, chessò a Pitlochry o da quelle parti, verso sera. Voglio attraversare le Grampian Mountains domattina per scattare qualche suggestiva panoramica prima di ridiscendere verso lo Speyside, il fazzoletto di terra a più alta concentrazione di distillerie di whisky al mondo!

insigna

Sera. Ho depositato le mie membra al Fisher’s Hotel di Pitlochry, mi sto gustando una pregiata pinta di ottima stout scozzese e questa sera una bella razione di haggis non me la toglie nessuno.

Haggis, “love it or hate it”, alcuni lo trovano una delizia, altri una merda. Io una delizia. Prossimamente dedicherò un intero post a questo insaccato simbolo della Scozia, tanto che il poeta scozzese Robert Burns gli dedica pure un’ode poetica. Robert_BurnsIo adoro sta palla di stomaco ripiena di frattaglie macinate e avena. Io sono un semplice e mi piaciono le cose semplici, grezze, paesane. Questo é cibo paesano. Qua in Scozia ci sono quasi 20 °C in più di questa mattina quando sono partito da casa e la colonnina del mercurio segnava -11°C.

Qui é pieno di gente con facce medioevali. Cerco di spiegarmi. Li vedi adesso e potrebbero sembrare persone qualunque. Sono invece tutti Highlander e hanno tutti le facce degli amici di Mel Gibson in Braveheart. Mamma mia, ma fa troppo caldo qua dentro. Non sono più abituato ad un simile riscaldamento. Sono un disadattato termico.

moulinOh! Finalmente si comincia a ragionare. Ad un miglio da Pitlochry si trova il Moulin Inn, una fantastica brewery, hotel e ristorante, e tra poco assaggerò finalmente e di nuovo il favoloso Sporran Of Plenty, a 6 oz minute steak stuffed with haggis and smothered in chefs delicious gravy.

Alleluja

Anche solo questo nome mi fa stare bene. Sporran of plenty. Sono sazio prima ancora di cominciare. No, non é vero. Il piatto era fantastico e l’ho spazzato senza pietà. Ne potrei mangiare altri quattro, almeno. Sono arrivato in questa locanda passeggiando per circa un miglio sotto un fantastico cielo stellato. Orione bassissima all’orizzonte, un ruscello che costeggiava la strada alla mia sinistra e un lungo muretto di pietra tra me e il ruscello. Un muro che sembra avere 1000 anni. Sto bevendo una Braveheart Ale, medium bodied, a smooth golden ale.

moray