Sherry autunnale

Scritto mercoledì passato.

Fantastica giornata autunnale oggi, con il sole caldo che era mancato le settimane passate. Sto mangiando uno spuntino semplice, semplice, pane e formaggio dell’alpe qui sopra a casa mia. Bevo un buon bicchierino di Sherry Osborne Oloroso (sito bruttissimo), semplice, semplice rispetto all’invecchiatissimo Tradicion ma piacevolissimo in questo momento anche pensando alla brevissima visita presso Bodegas Osborne qualche mese fa a El Puerto De Santa Maria.

Bodegas Osborne in Spain

Amontillado Tradicion

Ma quanto é buono lo Sherry?

C’é un palato perfetto per accoglierlo, verso le 5 del pomeriggio o anche alle 6 prima di cominciare a preparare la cena. Deve essere estate ovviamente, le finestre devono essere spalancate e se siete dotati di terrazza o veranda, quello é il posto giusto. Deve essere caldo ma con la prima brezza serale quando ci si sente perfettamente a proprio agio con l’aria che non scotta più ma scalda e basta. Ci si siede e con calma ci si versa un bicchierino di sherry nello sniffer (quello che si usa per il whisky). Il colore é strabiliante, come quello di un whisky ben maturo o di un bourbon che si é fatto regalare una magnifica abbronzatura ambrata da una botte abbrustolita a dovere.

Sherry e Whisky, Sherry e Whisky, Sherry e Whisky…

Che sodalizio necessario, un matrimonio riuscitissimo.

Mentre mi rigiro un po’ il bicchiere getto qualche annusata veloce a questo Amontillado della Bodegas Tradicion e l’odore mi suggerisce solo materia dolce, miele, frutta stramatura come un cesto di manghi, papaie e fruttosità brasiliana mista, poi miele ma anche un po’ di pepe e qualche profumo già percepito in qualche negozio di borsette di pelle. Sembra essere un viaggio in TAV verso la valle del miele ma al primo sorso prendo una parabolica che a sorpresa mi spara verso un altra galassia.

Siamo nel “secco” e siamo appena atterrati sul pianeta del vino, si perché mentre il profumo mi stava sballottando in mondi esotici lontani il gusto mi riconsegna al regno dell’uva. Questo é pur sempre un vino. Il gusto é secco dunque, ma molto aromatico e 19.5 % di Vol. rallegrano molto più di quanto farebbe un vino comune.

Ma che famigliola felice questa! Assieme a loro non si può che vivere felici e contenti, manca solo qualche fettina di Jamón Cinco Jotas tagliato a mano e il quandretto sarebbe perfetto.

Andalucía

Ok, il momento é giunto, dopo una pizza gratificante si, ma fondamentalmente deludente, come alimento intendo, intrinsecamente sbagliata pressoché sempre. E’ giunto il momento di ricordare i quattro magnifici giorni passati in Andalusia la settimana scorsa. Parto non a caso da una considerazione  che si allaccia al mondo della gastronomia perché il cibo é stato uno degli aspetti fondamentali sui quali abbiamo focalizzato la nostra attenzione.

Durante i quattro giorni trascorsi nel sud della Spagna mai mi sono sentiro cosi “stuffed” come dopo quest’ultima pizza. Ma come é possibile? Venerdì scorso alle 13 e 30 siamo entrati nella migliore taperia di Jerez, il Bar Juanito, dove la cameriera ispanico-russa arriva al nostro tavolo dicendoci: “Vi porto delle tapas e quando ne avete abbastanza mi dite basta?” Siamo usciti alle 17 e 30 e io mi sentivo sazio ma comunque leggero nonostante le 14 portate, le due bottiglie di vino e un Pedro Ximénez di chiusura (viene giù come catrame questo liquido).

Ma torniamo a giovedì 13 maggio 2010:

Questa mattina levataccia da suicidio alle 02 e 50 per essere pronto per la partenza. Raccolgo gli altri compagni di viaggio lungo la strada e si parte verso Malpensa senza intoppi. Giunti in aeroporto però ci attende una coda bovina costante ad ogni tipo di sportello, controllo, bancone, imbarco.

Ora sull’aereo mi sto pregustando mentalmente le delizie dell’Andalusia che tra poco assaggerò. Sono stanco come la merda, ma quella stanca, che esce dal culo e resta li inerte, appesa nell’attesa di un’oscillazione che la faccia cadere.

2 considerazioni birrose, vol./alc. > 5

Guantanamera é il ballo di Mohammed.

A Gibilterra c’é un MacDonald’s in cui fanno degli ottimi Mac Macac.

Strana la vita, cazzo! Sto bevendo una pinta di John’s Smith all’Horseshoe Pub di Gibraltar. Poi una veduta veramente imperdibile dalla Rocca (una delle due colonne d’Ercole in pratica) E’ strana la sensazione che si ha vedendo l’Africa dall’altra parte dello stretto, vicina, li davanti ai miei occhi.

Questo continente enorme sempre lontanissimo, in ogni senso, qui mostra il coppino all’Andalusia. Ci potrei andare a nuoto.

Seguiamo la costa e risaliamo dalla parte atlantica della Spagna del sud. Il paesaggio é puntellato di gigantesche creature metalliche a tre braccia che girano vorticosamente.

Ci fermiamo a Bolonia sul mare per dare avvio al rituale che ci accompagnerà per i prossimi giorni. TAPAS !!! boquerones, puntillitas, cazon e birra Maho. Ora si parte in direzione di Puerto de Santa Maria.

2 pensieri sciolti:

Vergine ma troia! La grande contraddizione maschile…

Macchie oculari, pitiriasi rosea di Gibert e sovrapproduzione di bilirubina

Quindi Sevilla:

Liveliness is the magic word for tonight! Che botta di vita questa magnifica notte a Sevilla mentre aspettiamo di assistere ad un ballo di Flamenco alla Carbonería. Le strade del canto ci hanno offerto tutto quello che potevo desiderare questa notte.

Prima Vino de Naranja, caracoles e carne macha, adesso Agua de Sevilla, un caraffone pieno di una bevanda alcolica tutta ricoperta di panna da mescolare con questa ballerina vestita di rosso che si muove anguillesca, alzandosi la gonna, pestando i piedi a ritmo e puntando fuori i seni, coi capelli neri, ricci, lunghi e un volto che soffre sulla musica.

Sincopi, cambiamenti di ritmo, anticipi spettacolari, la gonna rossa che vola e il Gypsy King che canta sotto, tirando la voce.

PA – PO – PA – PO – PA – PO

TA – TA – TA – TA

PAK ! –  PAH !

Lui che seduto la guarda:

Quiero besarte, quiero carezarte

Porno vestito, da camera. Un bel petto mostrato con proudness. BRAVISSIMA!!! Tetta sofferta, orgoglio. TAK! Orgoglio, passione e ritmo, poi alcohol e questo porno da camera. Intanto c’é una bella senegalese con ottimo scorcio mammario dall’altra parte del palchetto mentre la ballerina si sta caricando come una dinamo e io mi sento totalmente infinito e mondiale questa notte.

Pensierini schizzati:

Il reggae é flamenco marihuana-revisited

Quando la mucca ti punta

Inoltre portiamo a termine una fantastica visita alla Bodegas Tradición di Jerez de La Frontera dove io mi riappacifico con lo sherry che la sera prima mi aveva un po’ deluso. A El Puerto de Santa Maria, durante una luminosa e movimentatissima sagra di paese avevamo bevuto esclusivamente Sherry Fino di fattura mediocre probabilmente ed ero rimasto abbastanza deluso da questo gusto poco aromatico di vino quasi posso, insipido e a tratti pure sgradevole. Nella cantina della Bodegas Tradicion abbiamo invece gustato dapprima direttamente dalle botti poi in un elegante salottino da degutazione tutta la gamma della produzione di casa: Amontillado, Oloroso, Palo Coratado, Pedro Ximenez, Brandy Gold e Brandy Platinum e adesso sono di nuovo in pace.


Bodegas Tradición in Spain

Infine piccole caccole di conversazione rubate ad un tavolo di fianco al nostro, presso il ristorante Tragabuches di Ronda:

“Gli italiani sono i più esterofili e il problema é che la mafia non esiste! Poi devi spiegarmi com’é la mafia spagnola.”