The giant desert centipede

Stiamo girovagando per il deserto vicino al confine con il Messico. La luce piatta picchia dall’alto sulla nuca. Brindiamo con una birra bollente. “Two Hundred Miles” di Friends Of Dean Martinez sta accompagnando il ricordo. I passi riverberano e alzano la polvere che si attacca alla pelle. Stiamo andando a caccia di serpenti a sonagli e incontriamo questo centopiedi gigante del deserto. Non so perché ma ogni tanto mi sembra di avere vissuto già 200 anni – il tempo si dilata – la percezione si stravolge.

“The giant desert centipede is usually 6 to 8 inches (15 to 20 cm) long, while the common desert centipede is 4 to 5 inches (10 to 13 cm) long. The larger giant desert centipede is orange with a black head and tail. This warning coloration advertises the centipede as dangerous.”

Louisiana

Mamma mia! Un altro giorno, un altro bourbon. George T. Stagg! La Rolls Royce dei bourbon. La mia testa é già abbastanza rotonda in questo momento e il mio sguardo corre annebbiato lungo le righe dei miei diari di viaggio americani:

“C’è questo senso di libertà che mi avvolge come una salsa piccante della Louisiana. E questa sensazione è più intensa non quando mi trovo nella bolgia delle città assieme alle mandrie di turisti, ma quando è notte fonda, il Greyhound si è fermato in una stazioncina sconosciuta persa nella notte e io scendo per sgranchirmi le gambe e per fumarmi una sigaretta. Mi guardo intorno e vedo nero. Gli autocarri corrono sulla strada di fianco. Vedo le facce stanche dei miei compagni di viaggio. Allora penso che la situazione meriti un’altra sigaretta.

Come l’altra sera quando ci siamo fermati da qualche parte tra Lake Charles e Huston e sono sceso nel caldo. Mi sono comperato un tramezzino e un O.J. (orange juice) e poi una magnifica Winston con il fumo che scompariva nel nero.”

Viktor Krauss e la perfetta chitarra di Bill Frisell stanno rievocando i miei ricordi.

+42° 34′ 5.71″, -114° 28′ 10.71″

Bevendo un buon Bourbon possono venire in mente tante cose: una di queste é la consapevolezza della necessità di fare, di creare. Quasi non importa cosa. E’ importante fare a volte anche senza pensare troppo, provare senza pensare. Una vaga idea che é più una sensazione che non un pensiero. Fottersene della preparazione, fottersene del progetto. Abbandonare lo schema e FARE!

mp3: Twin Falls Extravaganza
[audio:http://www.texos.ch/media/Twin%20Falls%20Extravaganza.mp3|titles=Twin Falls Extravaganza]

Badwater

Il cranio pulsa, l’atmosfera preme sulla fronte e il sangue – denso – sembra faticare nelle vene. La pelle scotta e i capillari si spaccano. La polvere sale, sbatte a destra e a sinistra.
L’aria calda stordisce. Tutt’intorno il silenzio fa sentire il rumore dei pensieri, le orecchie fischiano e i passi sono sordi. I pochi arbusti secchi sembrano morti e nessuna consolazione arriva dalla pozza di “agua amarga”.
Nessuna consolazione…

mp3: Badwater
[audio:http://www.texos.ch/media/Badwater.mp3|titles=Badwater]

Aguereberry Point

aguereberrymp3: Aguereberry Point
[audio:http://www.texos.ch/media/Aguereberry%20Point.mp3|titles=Aguereberry Point]

aguereberry-1Pete Aguereberry morì il 23 novembre 1945 presso la miniera di Eureka, dove visse e lavorò per più di 40 anni. Negli ultimi anni di vita Pete accompagnava i suoi ospiti a quella che egli definiva la “Grande Vista” sulla Valle della Morte. Una strada in terra battuta conduce a quello che in seguito fu chiamato Aguereberry Point, in suo onore.