Sorry Whale

Bene  bene, lampredotti sgrassati, oggi é tutto cominciato un po’ cupamente sotto un cielo abbastanza plumbeo fino alla fase conclusiva qui a Trondheim, seduto ad una steakhouse mentre gusto una birra col sole delle 21:30 tutto solitario in un cielo finalmente privo di nubi. Città carina con un centro abbastanza animato e qualche strada ancora ben conservata, con file di case tradizionali in bella mostra, soprattutto lungo il fiume dove poggiano ancora parzialmente sulle palafitte. In centro c’é inoltre una cattedrale abbastanza imponente.

Mi trovo davanti al molo e i gabbiani stanno strillando. Ho già lasciato da un paio di giorni il circolo polare artico ma il sole sta ancora alto anche quaggiù. Mi rendo conto che in ogni post non faccio che parlare del sole, ma in effetti é il fenomeno che più mi colpisce qui in Scandinavia. Mi sorprendo in una hytte o in una stanza d’albergo a scrivere su questo blog e senza che me ne accorga é già mezzanotte. Il mio orologio biologico non ci ha ancora fatto l’abitudine.

Intanto é opportuno aprire un altro capitolo:

La Scandinavia ha il suo Jerky, ma non si tratta di beef. A parte il reindeer jerky (di renna), unica versione della renna per ora appetibile – ho provato solo un affettato di renna dal gusto veramente un po’ troppo selvatico, molto più che la nostra selvaggina – mi ero preparato un paio di panini per il pranzo in viaggio nel pieno della wilderness norvegese ma ho fatto fatica a finirli o meglio li ho finiti (deve essere ancora inventato il cibo che non riesco a finire) ma non é stata un’esperienza piacevolissima. L’atro jerky, dicevo, é invece quello di stocafisso, veramente delizioso. Puoi masticarlo per ore, una vagonata di omega 3, e poi lo vendono a tocchettoni di merluzzo più o meno interi di quelli che alle Lofoten pendono dagli essicatoi, pelle di pesce inclusa. Le teste secche invece vanno in Nigeria. Pare che li ne siano ghiotti, oppure ne fanno un uso a me sconosciuto. Del filetto non glie ne fotte, la testa invece figata cosmica, mai mangiato niente di così prelibato! Filetto –> merda   Testa –> figata.

Sto dando dei tip clamorosi, ma a queste cameriere come si fa a resistere? Ti guardano con sti occhioni boreali…

Mamma mia quanti traghetti… Ieri ne ho presi quattro, oggi già uno e sono partito da 10 minuti. Questo paese ha acqua ovunque. Adesso sono sul secondo traghetto della giornata e tra le altre cose fanno dalle 70 alle 100 corone (10 – 15 CHF) ogni volta. Sono diretto a Bergen.

Piccolo pensiero un po’ imbecille:

qui scrivono “kvalitet”, pronuncia svizzero-tedesca scritta in italiano.

Le vecchie case di legno di Bergen sono veramente spettacolari e la natura qui attorno altrettanto, ma allora mi chiedo, perché con questo spettacolo davanti agli occhi  sono tutti dediti al Black Metal in Norvegia? Curioso questo fatto. Probabilmente i sei mesi senza luce in inverno hanno la loro parte di responsabilità.

Oggi ho camminato tanto per esplorare quella che é conosciuta come la città più piovosa d’Europa. Sono stato dunque graziato da un sole abbastanza generoso  e mi sono pure preso il tempo per fare qualche panoramica in città ma adesso mi sono rotto i coglioni. Ho riportato l’apparecchio in auto e lo lascio li fino a domani. Qui in città ci dovrebbero essere in concerto gli Iron Maiden e i Venom. I Venom! Ma dove potrebbero ancora suonare se non qui in Scandinavia?

Foo Fighters grande band, hanno fatto pezzi azzeccatissimi. Sto ascoltando Learning to Fly in un pub inglese.

Ora una constatazione dovuta. Il centro-sud di questo paese mi sembra un po’ troppo battuto per i miei gusti. Il nord é decisamente più impervio e dunque un po’ meno frequentato. Non saprei dire esattamente, ma qui a sud mi da più l’impressione di grande parco vacanze per famiglie. Comunque la quantità di Camper e Roulottes che circola in questo paese non penso abbia eguali al mondo, nemmeno negli Stati Uniti d’America ne ho visti così tanti.

Ok, questa sera mi concedo uno strappo alll’etica alimentare e mangio tra un istante un carpaccio di balena. Bel ristorante questo ma porco cazzo tira un’aria giù dal soffitto e già ho un torcicollo assai fastidioso. Già mi sono fatto spostare perché avevo un reattore d’aria fredda polare puntato dove? Ma sul collo, no! Adesso va un po’ meglio ma pochissimo meglio. Mi sono messo la felpa ma prevedo che domani durante il viaggio saranno dolori. Non potrò guardare alla mia sinistra. Ma perché cazzo hanno bisogno dell’aria condizionata a Bergen, tra i fiordi norvegesi? A Furnace Creek nel cuore della Death Valley ne hanno bisogno, ma li a metà luglio ci sono 54 °C.

Sorry whale, ma se questi sono il tuo gusto e la tua consistenza devo dire che in parte la tua caccia é giustificata. Veramente delizioso questo carpaccio di balena con una salsa bianca di yogurt credo, composta di fragole, ribes e un po’ di rucola che in fin dei conti sta bene dappertutto. Evviva la carne di balena, evviva le baleniere, evviva l’estinzione della razza. Scherzo ovviamente, ma qui servono la balena e la renna come da noi fanno con maiale e cervo. Il piatto principale é invece composto da un filetto di salmone e uno di Pesce Gatto atlantico, cozze, capesante e una aragostina in un delizioso guazzetto che ho asciugato con pane e burro alle erbe.
Insomma un’ottima cena. Prossimo obiettivo per il futuro una bella entrecôte di panda.

Sono ora nuovamente in marcia per visitare l’Hardangerfiorden e sono ancora in traghetto da Kvanndal a Utne.

In questo paese “aperto” si dice “open” ma si scrive Åpen. Quello che intendo dire é che hanno la “o” ma per scriverla usano la “A” con una piccola ° sopra. Bizzarro sto fatto. Alle Lofoten sono stato in un paesello dal nome molto sintetico: O. Chiaramente scritto Å. Oggi sono anche passato da Godo, scritto Gådå. E’ inoltre probabile che arancia si dica Appelsin. Non so come si dice mela però.

Merda, anche questa sera sarà difficile trovare una hytte. Ne ho trovata in effetti una, in una tenuta agricola in stile piuttosto Texas Chainsaw Massacre. Il fattore mi dice che la notte costa 270 corone. Io ne ho 200. Gli chiedo se posso pagare il resto in Euro. Ovviamente non accetta carte di credito. No! Non gli vanno bene gli euro e mi dice che giù in paese c’é un negozio e posso dunque andare a farmi dare un po’ di corone. Ok, gli dico, e vado al negozio. E’ una piccola Coop e spiego alla cassiera qual’é il mio problema, dico che le compero qualcosa poi mi faccio aggiungere 100 corone ulteriori. Ok, mi dice.
Passo la prima Visa. Carta non accettata. Ne hai altre? Mi chiede la cassiera. Proviamo con la Maestro. Carta non accettata.  Eh… Ma che cazzo é? Ma ragazzina, hai impostato bene la tua cassa? Mo provo con la seconda Visa ma é l’ultima carta che ho. Imposta bene, però!
Passo anche questa  e niente! Tre carte non accettate. Ma vaffanculo! Non é possibile. E’ la cassiera che sta sicuramente cannando qualche cosa ma mi dice solo sorry. Me ne vado sconsolato e salto sull’ennesimo traghetto e in culo alla Hytte Chainsaw Massacre, che forse é stato pure un bene. Magari sono stato salvato dal caso. Mo vediamo dove si va.

Ok, oggi sono finalmente riuscito a beccarmi una hytte in tempo. Adesso vado a prepararmi cena. Domani Oslo, non Åslå per questa volta. Mah, qualcuno dovrebbe spiegarmi questa cosa.

Beef Jerky v2.0

Ma quanto é buono questo nuovo beef jerky? Me lo chiedo veramente. Sto gustando una fantastica carne con un gusto lunghissimo. Devo confessare che rispetto al precedente post sulla carne impacchettata USA qui ci troviamo su un altro pianeta. Sto assaggiando il Black Pepper Beef Jerky di beefjerky.com e credo di gustare uno dei migliori jerky mai assaggiati. Se chiudo gli occhi mi vedo mentre guido da qualche parte in USA, perso nel nulla, col deserto tutt’intorno e un po’ di musica appropriata nelle orecchie.

Questo jerky é arrivato in due versioni, Black Pepper Beef Jerky e Hot Red Pepper (Ring of Fire). Il primo, come già detto é assolutamente perfetto. I tagli di carne sono generosi e la consistenza é perfetta. Non si tratta di uno snack che divori in un secondo. Questo jerky si lascia trastullare per un momento. La marinatura rilascia a lungo i suoi aromi e il pepe da quel kick necessario (come direbbero dall’altra parte della grande pozza).

La Red Hot Pepper invece richiederebbe un capitolo a parte. Veramente aggressiva. Il tipico snack per le prove di coraggio durante le serate tra amici, quando il vino o la birra ti fanno superare la soglia della comprensione e ti fanno entrare nel regno dell’incoscienza. Fin troppo piccante. Occorre pulirla un poco, rimuovendo l’eccesso di peperoncino assassino e i bocconi diventano assai appetibili. Si tratta comunque sempre di roba per stomaci forti.

Mamma mia però, che voglia di bere whisky che mi é arrivata adesso, tutta d’un tratto, incontenibile.

Va bene, mi arrendo e apro una bottiglia speciale. Non capita spesso di poter gustare un whisky di 38 anni ma é quello che sto facendo in questo momento. Old Pultney di Gorgon & MacPhails distillato nel 1970 e imbottigliato nel 2008. Uno dei grandi acquisti ritornati a casa con me dopo il mio soggiorno scozzese. Sono fiero di questa bottiglia! 43% di volume d’alcohol per questo delicato whisky del nord delle Highlands scozzesi. Tutti questi anni nel legno lo hanno ingentilito ma le alghe e il gusto salmastro del porto di Wick sono ancora presenti in questo distillato che mi accoglie con i gusti di un bel cesto di frutta. Per l’occasione recupero un disco di Pat Metheny finito troppo velocemente tra i CD del mio scaffale. One Quiet Night é un ritorno alle atmosfere semplici e morbidissime che una semplice chitarra e un microfono possono offrire. Che immagini di campagna! Malinconia! Autunno! E questo whisky che sintonizza anche il mio gusto e il mio olfatto sulla stessa lunghezza d’onda del mio udito… Non male, tre sensi su cinque completamente devoti all’ ascolto di Metheny!

Beef Jerky galore

Ma come ho fatto a dimenticarmi di includere in questo blog un tag interamente dedicato al Beef Jerky, la carne secca a tocchi che viene venduta alle pompe di benzina in America. Non me ne capacito. Se c’é un prodotto che non manca mai in auto quando viaggio in USA, quello é proprio il Beef Jerky. Ne compero sempre a chili. Pacchettoni sparsi un po’ ovunque in auto, sul cruscotto, sui sedili, nelle borse. Ad ogni sosta presso una gas station, assieme al pieno di benzina ripeto sempre lo stesso rituale: l’acquisto di nuova Jerky per farmi la scorta da viaggio. Ci sono pacchi di tutte le dimensioni, jerky di tutte le forme, gusti, marinature, consistenze. I grandi marchi nazionali,  produzioni locali, il jerky fatto in casa acquistabile al pezzo che fa bella mostra di se in grossi barattoloni di vetro come si faceva un tempo con le caramelle o le gomme da masticare. Teriyaki, Peppered, Original, Smoked, a grosse fette, a strisce, a bocconcini, sbriciolato in scatolettine rotonde, da masticare un po’ come si fa con il tabacco. Ne trovi di carne morbida e poco impegnativa – due morsi e l’hai già ingoiata – oppure quella dura, fibrosa, a mo’ di copertone d’automobile che richiede una certa applicazione e perseveranza. La potresti anche masticare per ore se volessi, non si consuma.

Il fatto é che al ritorno da ogni mio viaggio ne porto a casa qualche pacco che però dura giusto il tempo di qualche birra bevuta durante le serate tra amici. Infatti credo che ci siano pochi alimenti al mondo, e non sto esagerando, che si sposano così alla perfezione con la birra.

Beef Jerky chiama Birra!

Quest’anno ne ho portato qualche assaggio al lavoro e subito la passione si é diffusa come una pandemia. Tutti sono stati contaminati dalla Jerky Pandemy e così si é deciso di cercare dei canali attraverso i quali poterlo ordinare. Qualche settimana fa abbiamo infine deciso di fare partire la prima comanda test per verificare l’affidabilità dell’azienda alla quale ci siamo rivolti e soprattutto per testare la qualità del prodotto. Ci siamo trovati tutti concordi sul fatto che il Peppered Beef Jerky é la carne con la marinatura che più ci conviene. Ieri ci sono arrivati 2 Kg di Beef Jerky ordinata dalla britannica Wildwest Beef Jerky. Il loro Beef Jerky é prodotto in Uruguay da un’azienda americana, con carne del posto.

beef-jerky

Ne abbiamo ordinate due qualità, Traditional e Peppered. Entrambe sono abbastanza dolci e morbide. La Peppered piace molto a tutti. Ha una consistenza abbastanza morbida (troppo per i miei gusti, ma come primo tentativo non c’é male), condita da buon pepe nero con un gusto abbastanza dolce che arriva subito. La traditional invece risulta ancora più morbida della Peppered, con un gusto più lungo però che rilascia un piacevole pizzicore che si apre sul finale. Il pepe di cayenna fa un buon lavoro per mantenere interessante il finale.

Sto parlando di questa carne come se stessi facendo una degustazione di whisky! Ma é proprio così, la potrei descrivere declinando l’assaggio in base al profumo, al gusto dopo il primo assaggio, al bilanciamento aromatico, al finale più o meno lungo e comunque anche alla consistenza della carne che in questo caso risulta essere determinate.

Qui tra di noi abbiamo ora deciso solennemente di dedicare di tanto in tanto un po’ del nostro tempo alla degustazione di Beef Jerky. Diffideremo però del Jerky invecchiato 30 anni.