Rock Novak

Ieri sono infine uscito dal deserto. In mattinata ho fatto tappa a Beatty per fare il pieno al mio cavallo di ferro. Beve tantissimo in questi giorni. Sarà il caldo. Subito dopo mi é sembrato doveroso fare una breve sosta a Rhyolite. Le immagini di questa ghost town sono il motivo per cui sono partito per gli USA nel 2007. Ricordo ancora perfettamente un email spedito in cui scrivevo “Io devo andare a Rhyolite”. Ebbene, adesso, in questo preciso istante sono a Rhyolite. Di nuovo. Me la sto guardando. I suoi ruderi si addicono alla fotografia panoramica. Oggi la temperatura é assai più sopportabile. C’é qualche nuvola che vela il cielo e abbiamo otto/dieci gradi in meno da sopportare. Dopo Rhyolite una breve tappa a Furnace Creek giusto per mandar giù una Sam gelata prima di ripartire per una meta non ancora precisa. Sono al bar del Furnace Creek Ranch e sto godendomi la Sam come non ho quasi mai fatto in tutta la mia vita. Ci sono veramente pochissime birre che detengono il primato nella mia vita e questa é una di quelle. Decido che per ritrovare la costa del Pacifico uscirò dalla Death Valley seguendo una nuova strada mai percorsa in precendenza. Faccio rotta verso la Panamint Valley in direzione di Trona. Il primo tratto é quello che porta in direzione del Wild Rose Canyon, visitato qualche anno prima, poi invece ci si immerge in questa enorme valle quasi disabitata con la classica strada dritta e lunghissima che la attraversa. Ad un certo punto leggo “Ballarat Ghost Town”. Una strada in terra battuta devia a sinistra e io chiaramente non resisto e mi ci butto dentro. Procedo a 40 miglia orarie. Le ruote ballano e di dietro sollevo un magnifico polverone ascoltando Marc Johnson accompagnato dalle chitarre leggere e atmosferiche di Bill Frisell e Pat Metheny.

Dopo una decina di minuti di polvere arrivo in quello che sembra un accampamento post atomico tratto da Mad Max. Alcuni Trailer e qualche RV sono parcheggiati non lontano. Un cartello mi consiglia di fermarmi, uscire ed esplorare piuttosto che stare fermo in auto.

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Da una casupola vedo uscire un uomo dall’aspetto perfettamente “Deliverance”, oppure “The Hills Have Eyes” Mi avvicino. How are you? I’m fine, how are you today, sir. Gli rispondo.
Good, oggi si sta un po’ meglio di ieri. Come on in, I have cool sodas. Mi fa entrare in una specie di autorimessa tutta piena di baracche e roba rotta. Un cane sta boccheggiando su una poltrona tutta sgualcita. Un poster di una tettona é appeso proprio sopra al frigo. Lui lo apre e ci sono 2 bottigliette d’acqua e 500 lattine di Bud. What about a beer? Gli chiedo. Allright. Mi stappo questa Bud nella calura mentre lui mi indica un pickup tutto arrugginito proprio davanti a noi. That’s Charles Manson pick-up right there. There’s the cemetary. Quell’edificio la in fondo é la prigione. Isn’t that funny? E quello era il motel. Troverai la scritta No Vacancy abbastanza ironica, Mi dice. Capisco che nonostante l’aspetto totalmente inquietante, Rock Novak, questo é il suo nome, é pure dotato di un buon senso dello humor.

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Mi spiega che i trailer che vedo vicino al cimitero sono degli operai che lavorano alla miniera d’oro ancora in funzione a Pleasant Canyon. Si tratta di lavoratori che vengono da Isabella, da Trona e tornano a casa solo per il weekend. Una miniera d’oro ancora in funzione! Fantastico! Ci lavorano circa sessanta persone 24 ore su 24. La sera tornano a Ballarat nei loro trailers fermandosi da Novak per una Bud. Rock mi dice pure che é pieno di gente stupida che viene nel deserto totalmente sprovveduta, va a farsi dei giri credendo di essere seduta davati alla propria televisione nel salotto di casa e poi ci lascia le penne in una qualche gola nascosta della Panamint Valley. Gli dico che anche io sono spesso sorpreso dalla stupidità della gente che in luoghi così severi fa cose che i locali non farebbero mai. Rock mi corregge subito. Qui é pieno di gente stupida come ovunque, che fa cose che poi paga a caro prezzo. Siamo tutti uguali, Da qualsiasi parte veniamo. Siamo tutti stupidi.

Devo dire che sto Novak mi convince sempre di più. Gli chiedo se posso fare una fotografia nella sua rimessa. Oh, no problem. Go for it. Take all the pictures you want. Dopodiché lo saluto vado a scattare ancora qualche foto ai ruderi di Ballarat e poi parto in direzione della costa.

Salgo seguendo la 178 West verso il Giant Sequoia National Monument che però non riesco a visitare. Si sta facendo sera e devo assolutamente raggiungere un posto per dormire in tempo utile. Comincio dunque a ridiscendere dall’altro versante della Sierra. Il sole che é rimasto nascosto dietro a delle alte nubi per tutto il pomeriggio si fa finalmente vedere e comincia dunque un meraviglioso spettacolo lungo le colline di erba gialla della California. Cerco di andare abbastanza spedito per non perdermi un tramonto mozzafiato da immortalare con una delle mie panoramiche. Incontro mucche, scoiattoli e cervi lungo la strada poi ad un certo punto, passata una curva, venti metri davanti a me vedo uno strano animale accovacciato in mezzo alla strada. Sarà un altro roadkill? No, non può essere sta proprio accovacciato. Mi semmbra un gatto dalla posizione, ma no, non può essere. Le proporzioni non tornano. E’ troppo lontano e troppo grande. Ho il riflesso nel retro del mio cervelletto bituminoso di prendere la macchina fotografica ma inconsapevolmente non fermo l’auto che continua a muoversi lentamente. L’animale che non mi cagava neanche di striscio perché probabilmente completamente assorto nella contemplazione di una possibile preda si accorge infine della mia presenza, si alza, si gira e scappa nella boscaglia. Si trattava di una magnifica lince alta una quarantina di centimentri per ottanta di lunghezza. E’ la prima volta che ne vedo una nella mia vita stronza. Sono felicissimo di averla nella mia memoria. Riparto alla caccia del tramonto. L’aria ha un odore magnifico, di agricoltura, di terra lavorata, di letame, di campi che trasudano. Mi ricorda tanto l’odore del Kibbutz Revivim in Israele. Fantastico.

Arrivo alle 9 di sera a Porterville. Non so esattamente dove sia ma adesso ho veramente bisogno di fermarmi, bere una birra mangiare e dormire.

Oggi alle 20 e 15 ho finalmente terminato la mia rincorsa al sole. L’ho visto gettarsi da qualche parte lontano nel Pacifico. Io stavo tra gli scogli un po’ prima di Carmel. L’epilogo perfetto di un’altra giornata magnifica. In mattinata ho attraversato la California rurale, quella dei campi coltivati, dei messicani clandestini.

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Adesso sono seduto all’Old Fisherman Grotto e qua al tavolo di fianco al mio stanno parlando di Belli, Montecarasso e Biasca. Madonna che rottura di palle. Rimpiango quasi i francesi. Ah, dimenticavo, mi trovo a Monterey e oggi sono arrivato ascoltando quasi esclusivamente CSN e Jefferson Airplane. Che emozione questa strada! La 1 intendo. Percorrerla é in effetti come riascoltare un magnifico disco; Conosco già la musica ma é sempre un gran piacere che mi rigusto volentieri. Sono arrivato sulla 1 a Cambria, poco dopo Morro Bay. Che strada fantastica.

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Me la sono proprio goduta. Ogni tornante, ogni punto panoramico. Adesso sto mangiando uno spada all hawaiiana. Non so di preciso quale sia il valore aggiunto hawaiiano se non che probabilmente alle Hawaii hanno i broccoli e le carote come da noi e come appetizer un insalata di polpa di granchio. Ottimo comunque, il tutto accompagnato da due ottimi bicchieri di Pinot Grigio. Ah che figata! Tutto ottimo questa sera qui a Monterey.