Zurigo – Mendrisio – Milano

Questo pomeriggio è cominciata la mia piccola maratona di concerti che si concluderà a Milano lunedì prossimo con gli Opeth all’ Alcatraz. Se il finale sarà dunque pirotecnico anche questa sera però comincio con il botto qui alla Gessneralle di Zurigo con Brad Mehldau e Chris Thile, pianoforte jazz assai versatile e contaminato e mandolino bluegrass in origine che oggi può suonare qualsiasi cosa la mente umana riesca ad immaginare. Due talenti immensi che assieme non possono che fare scintille. Grande serata dunque. In modalità e formazioni diverse li ascolto entrambi da diversi anni, Mehldau con Metheny dapprima e da solista poi con le sue strabilianti reinterpretazioni (quella dei Radiohed mi é rimasta veramente impressa) poi, guarda il caso, anche Thile si è confrontato con la band di Thom Yorke cantando i Radiohead con i Punch Brothers. I Radiohead non potranno dunque mancare nella scaletta di questa sera. Si comincia nel migliore dei modi con Thile che canta Scarlet Town di Gillian Welch, una canzone meravigliosa che apre l’ultimo album della regina della “roots music”. Poi si passa da Fiona Apple (Fast As You Can) a Elliott Smith alternate a diverse composizioni di Mehldau. Il duo si diverte poi con un medley che Brad e Chris definiscono “Bluegrass meets Bebop” e la serata si conclude con due bis: Don’t Think Twice, It’s All Right di Bob Dylan e come da previsione l’ultimo pezzo é Knives Out degli Radiohead che conclude una serata perfetta.

Ora sono a Mendrisio, sto gustando un’ottima Pale Ale del microbirrificio MoMo con un pezzo di formaggio forte tipo Roquefort piccante e salato. Sposa alla perfezione con questa birra. Tra poco meno di un ora assisterò al concerto dei Krüger Brothers che già vidi qualche anno fa ad Altdorf nel canto Uri. Questa band svizzera trapiantata in North Carolina é una delle espressioni più autentiche, autorevoli e consolidate della musica bluegrass. Jens Kruger fa già parte dei gradissimi banjoist mondiali. Il suo tocco unico, delicato e dinamicissimo lo pone facilmente in una categoria a se, in compagnia di pochissimi altri. Il suo nome viene spesso accostato a quello di Bela Fleck per la capacità di portare questo strumento della tradizione bluegrass e irlandese in territori inconsueti. Jens Krüger pizzica le corde del suo banjo con una sensibilità da musicista classico.
Questa sera a Mendrisio ho fatto un bel viaggio nel blues, nel jazz, nel country, nella musica da camera e nella musica epica del west americano.

Ieri sera infine il concerto degli Opeth all’Alcatraz di Milano che mi ha veramente gratificato e mi ha fornito la giusta dose di rumore complesso dopo due concerti all’insegna della musica acustica.

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2 commenti

  1. Grande performance dei Krüger Brothers!!! Magnifico concerto: virtuoso, melodico, dinamico, poetico, brillante e coinvolgente!:-) Good Karma!!!

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