Islanda 2013

Sono trascorse alcune settimane e il bilancio della mia esperienza islandese, già ottimo nel momento del mio ritorno, migliora ora con il passare del tempo. A parte l’esordio assai problematico i momenti migliori li ho trascordi lungo le piste sterrate delle highlands islandesi. Il primo giorno dopo il ricongiungimento con la mia valigia sono partito alla volta della suggestiva cascata di Gullfoss. L’ Islanda é piena di cascate ma hanno tutte un aspetto unico e totalmente differente dalle cascate che siamo abituati a vedere dalle nostre parti. Qui hanno tutte un aspetto preistorico, come se si fossero improvvisamente aperte le acque più a monte. Non sembrano percorsi millenari ma passaggi freschi e devastatori.

Ce ne sono ovunque e hanno tutte un nome, Gullfoss, Godafoss, Dettifoss e tante altre “foss” sparse per il paese. Acqua ovunque dunque, turbolenta, pericolosa. La sequenza che apre Prometheus di Ridley Scott é stata girata sul ciglio della cascata di Dettifoss e capisco esattamente il motivo di questa scelta per un film che parla dei creatori della terra e dell’umanità. Questo é dunque il pretesto per pubblicare il video di immagini che ho catturato in Islanda. Apro con l’acqua in effetti, a Gullfoss.

Subito dopo Gullfoss parte la pista F35 che attraversa tutta l’isola nella parte più stretta a nord ovest. Ho cominciato a percorrerla con il sole e dopo un paio d’ore é arrivata la nebbia e la pioggia che la rendevano ancora più tetra e inquietante. La pista non presenta difficoltà ma é abbastanza lunga e dopo un paio d’ore che la percorrevo, con l’arrivo della pioggia, non ho incrociato praticamente più nessuno.

Un po’ più impegnativa é stata la F910 che dal microscopico avanposto di Möðrudalur scende a sud fino alla spettacolare caldera vulcanica dell’Askja attraversando un deserto che non ha nulla da invidiare alla più arida Death Valley. Le temperature sono chiaramente differenti. Questo é un deserto freddo battuto da un vento potente che solleva nuvole di sabbia che ti accecano. Arido e inospitale, esattamente come piace a me. Il percorso presenta un paio di difficoltà: due fiumi da attraversare con le assicurazioni dell’auto a noleggio che non coprono i danni causati dall’acqua durante i guadi. Quasi 200 km di sterrato, tra andata e ritorno.

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3 commenti

  1. … ok, tutta roba ottima: musica, video, riverberi e polvere, ruggine …, ma quando si certarizza una griglia ? Che poi anche la griglia, di solito, a ben guardare, è arrugginita, impolverata, riverbera al sole, e, calda, ospita diversi pezzi di animali, morti …
    Have a nive ‘noon!

  2. Minchia Texo, grandissimo!
    E poi…che bella colonna sonora!! 😉

    Voglio tornare ad essere creativo: ma quand’è che registriamo qualcosa di nuovo? Magari un video. Musica e video. Otto minuti di stoned desert post rock. Te ne prego.

    Comunque, bellissime immagini, musica, montaggio. E che posti. E che strade! Grande. Compliments!!

    • Che dire… Grazie cRaB. La colonna sonora fa la sua bella figura. Anche io sento il bisogno di essere creativo e a questo punto direi che prima registriamo qualcosa meglio é. Adesso é quasi un’urgenza.
      Stoned desert post rock é il mood giusto. Musica e video. Alla fine é sempre li che vogliamo andare. Che ci piaccia o no, il nostro immaginario ci riporta sempre nello stesso posto: uno scenario con le stesse coreografie, fatte di roba rotta, ruggine, polvere, riverbero, deserto, allucinazioni, piccoli animali striscianti rintanati sotto terra.

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