Speyside e Lowlands

Qui in questo ristorante di Lossiemouth se la tirano forse un po’ troppo. C’é il localino d’ attesa ma la sala da pranzo  é praticamente vuota. Ok adesso sono seduto a tavola e il food é comunque excellent, bisogna pur dirlo. Oggi ho girovagato allegramente per le campagne dello Speyside, tra castelli in rovina, distillerie e questo fiume, con il suo colore whisky che attraversa tranquillo queste terre. Qualche raggio di sole s’é visto oggi per fortuna.

Fa comunque un po’ troppo caldo dentro questo posto, ci saranno 38 gradi!

Bene bene, porgy and bess, oggi ho vissuto la prima vera giornata di sole qui in Scozia. Non è che io non l’abbia visto il sole nei giorni passati, ma sempre in piccole dosi, giusto per farmi vedere quello che potrebbe essere, un assaggino bastardo. Oggi invece mi sono svegliato ad Aberlour con un fantastico cielo blu che mi ha fatto saltare la colazione per non perdermi nemmeno un momento di questa giornata che alla reception mi hanno descritto come “scioccante”. Ho ripercorso in fretta e furia tutte le distillerie attorno a Dufftown, Keith e Craigellachie: Strathisla, Dufftown, Mortlach, Glennfiddich, le defunte Parkmore e Convalmore, poi Cragganmore, Tormore, Benrinnes, Glendullan. Ho inoltre visitato i bottai di Speyside Cooperage e poi sono sceso in serata a Pitlochry, percorrendo la A9 che collega lo Speyside con le southern Highlands. Ho fatto una sosta doverosa a Dalwhinnie e ora sono seduto all’ Old Mill Inn a Pitlochry, il Jukebox sta mandando Tonight, Tonight degli Smashing Pumpkins e io sto aspettando 10 once di bistecca con accompagnamento di haggis da me espressamente richiesto mentre sorseggio un sontuoso Ale saporotissimo e un po’ affumicato. Poi nella bella camera del mio albergo mi aspetta il whisky da viaggio che mi sono comperato settimana scorsa sull’isola di Skye, una bottiglietta di Talisker 10.

Mi piace l’odore delle distillerie, e mi sono sorpreso a cercare i vapori della distillazione nelle mie continue visite. Che tanfo fantastico, che atmosfera auspicabile, così vorrei che profumasse la mia camera a casa. Vorrei esserne avviluppato costantemente, vorrei delle bombole speciali ai vapori di distilleria, alle quale attaccarmi quando ne sento il bisogno, quando sono un po’ giù di morale. Un minuto di questo vapore e sono una persona migliore.

Ieri perima di rintanarmi nel mio fantastico albergo ad Aberlour ho fatto tappa ad Elgin, presso il tempio assoluto dei rivenditori di whisky, il più grande imbottigliatore indipendente al mondo, Gordon & MacPhail. Ho scattato una bella panoramica all’interno e mi sono pure comperato una rara bottiglia di Convalmore del 1975. Ho visitato e scattato abbondantemente gli edifici oramai in disuso di questa distilleria che ora funge da magazzino per Glenfiddich a Dufftown. Sarà incredibile gustarselo con gli amici a Certara dopo avere visto i muri anneriti e la vernice scrostata delle sue porte, le finestre rotte, il silenzio, l’erba che cresce alta, incolta tutt’intorno. Questo è bere! Questa è la giusta consapevolezza. Riconoscenza per la storia di questo whisky che fra qualche decenio non esisterà più. Questo è lo strano destino che tocca ad alcuni dei grandi whisky di Scozia di cui esistono sempre meno bottiglie. Figuratevi che non sono più riuscito a vedere nemmeno una bottiglia di Port Ellen in tutti i negozi visitati. Diventano sempre più rari ‘sti bastardi!

Intanto oggi mi trovo decisamente più a sud, sull’Isle of Arran. Un’isola tutta d’un pezzo, ricoperta da una vegetazione rigogliosissima e da pascoli.

Ieri sera stavo cercando di raggiungere velocemente una vecchia chiesa abbandonata decorata dietro da uno spettacolare cielo con nuvole pitturate di rosa. Entro dunque in un campo e procedo velocemente verso una collinetta che sicuramente mi offre la visuale più generosa. Mi muovo a passo sostenuto e ad un tratto il mio piede sinistro sprofonda in una fanghiglia composta da terra, letame e liquame bovino ben stagionato. Partono probabilmente alcune bestemmie. Cerco di pulirmi il piede con l’erba ma é tutto inutile. Il mio sandalo é completamente inzuppato da questa orrenda quanto pregiata fanghiglia. Scatto comunque un paio di immagini e torno nel mio pittoresco alberghetto a Lagg, sulla punta sud dell’isola.

Faccio la doccia al mio sandalo per cercare di renderlo un po’ più presentabile. Ma forse solo questa sera dopo un’intera giornata a secco, la mia calzatura é tornata ad essere un po’ dignitosa. Ieri giravo con una gamba che puzzava di letame. Avete in mente quelle passeggiate che si fanno in estate in campagna? Quando si passa accanto a una fattoria oppure di fianco ad un campo che é appena stato smerdato a fresco di liquame? Quando si percepisce quel pungente odore di letame stagionato e un po’ romanticamente (ma mentendo a se stessi) si esclama “Mi piace questo odore di campagna”. Avete in mente? Ecco quello é l’odore che aveva il mio piede sinistro. Ieri ero infrequentabile.

Lasciata l’isola di Arran ho percorso tutta la penisola del Kintyre giù fino a Campbeltown, per poi risalirla dalla altra parte, su fino a Tarbert. La Scozia mi ha regalato in questi ultimi giorni delle magnifiche giornate di sole e di fronte a me avevo lo spettacolo del mare, l’Islay e i Paps of Jura, che tradotto significa “tette” del Jura, come mi ha confermato uno cui ho dato un passaggio da Lochranza a Brodick.

Ma che cielo azzurro c’é questa sera qui a Perth, nel cuore della Scozia alle 22:00 ? Azzurro ovunque.

Ultima serata di Scozia e “ciugnata” storica  qui a Bathgate.

Stavo già gustando uno shrimp cocktail qui alla Toby’s Classic Carvery quando mi passa accanto correndo un bambinetto di circa sei anni che pianta un volo spettacolare, come se qualcuno in piena corsa gli avesse bloccato entrambe le caviglie. Ovviamente si proietta di faccia dritto in terra, come una molla. “Wow! Impressive!” gli dico. Si rialza e riparte come se niente fosse successo. Io avrei sicuramente riportato un trauma cranico e delle lesioni permanenti. Mi avrebbero dovuto portare via in elicottero probabilmente, in un polmone d’acciaio. Invece eccolo che ripassa tutto sorridente.

La formula di questo locale consiste nel pagarsi dei tagli di carne che un cuoco ti deposita nel piatto, poi tu scegli quello che vuoi da un paio di carrelli con ogni tipo di guarnizione. Qui di fianco a me due asiatici si sono riempiti i piatti in modo quasi grottesco, un gioco di equilibrio circense. Bravi, comunque. È così ch si fa.

Mi son preso anche il dessert. Un gelato con delle scaglie di una roba dolce che mi si attacca ai denti come bio-adesivo. Non si staccherà mai più. Mi ci vorrà un dentista per ripulirli oppure dovró farmeli estirpare per rimuovere questo mastice malefico.

Oggi intanto sono riuscito a visitare ancora un paio di distillerie: Glenkinchie, una delle rare distillerie delle Lowlands e questo pomeriggio le rovine di un’antica distilleria di cui ho scoperto l’esistenza solo alcuni giorni fa. Si tratta dei muri ricoperti d’edera della Kennetpans Distillery che fu nella seconda parte del diciottesimo secolo la più grande distilleria di Scozia.

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