Gretsch

Sto ascoltando The Wonder Show of the World di Bonnie “Prince” Billy & The Cairo Gang, a modo loro sono molto “californiani”. Si sente la scuola del supergruppo CSNY, nella scelta degli accordi, nell’intimità del canto e pure nei testi. Un nuovo folk essenziale che a me fa solo e sempre pensare alla costa in California, alla Highway One, ai boschi di sequoie che guardano il Pacifico, alla luce calda del tardo pomeriggio d’estate, ombre lunghissime, in giro a conoscere gente, di nuovo buono e propenso al bene, con la mente esclusivamente attraversata dalla positività. Penso a San Francisco e alle mie interminabili attraversate della città, seguendo le avenues fino all’oceano, penso alla gente, alle birre bevute, alle case di legno colorate e decorate. Penso alla baia, con i suoi ponti, vedo le groceries, con i barboni che comperano alcohol e i cinesi, indaffarati. I tram che vanno fino all’ oceano passando da Haight Ashbury, Fillmore e subito dopo la copertina del doppio live degli Allman Brothers, la discesa verso Santa Cruz dalle pinete a monte, le autostrade che hanno un sapore seventies pure loro, penso anche ai Jefferson Airplane adesso e alla loro casa comunitaria e le loro arie pazzescamente frisco-seventies.

…ma quanto ci prende Il principe Billy.

Questa sera contemplo pure la mia nuova chitarra e mi commuovo solo a guardarla. Le ho fatto la corte per molti anni. Da quando sono entrato nel sound post-folk-desertico non ho avuto occhi che per questa meraviglia di legno, forme sinuose importanti, che ostenta un po’ troieggiando il più bel tremolo del mondo. In passato ho cercato questo suono – e in parte l’ho anche trovato –  in un’altra rispettabile e abbordabilissima semiacustica, Ibanez Artcore AG75BS. Cosa vuol dire essere miei amici? Significa anche sapere cosa c’é dentro la mia testa. Sapere che c’era pure questo desiderio importante per le mie sperimentazioni sonore e adesso questa favolosa Gretsch Elecromatic é qua davanti a me e aspetta solo di essere addomesticata a dovere. Conoscerla sarà una goduria.

Questi sono i miei piaceri, starmene qua a casa, ascoltarmi un buon disco bevendo un goccio di whisky prima di attaccare la chitarra al mio otto piste e fare qualche viaggio musicale ficcandomi dentro questa dimensione di melodie, deserto, Arizona e California, caldo. Il presente scompare, giusto il tempo di un bel accordo aperto, storto, crosbyiano, californiano, uno di quegli accordi che mi conquistano istantaneamente e che mi fanno subito immaginare i gabbiani nella baia di Monterey.

Che voglia di California…

Poi in seguito ci sarà anche l’occasione  per commentare questa esclusiva delizia delle Highlands

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3 commenti

  1. ..tac, ordinato. Semplice semplice. Basta un click 🙂

  2. Bello! Crosbissimo!
    Mi sa che lo compro ora 🙂

    • Ma fai benissimo, nessuna esitazione. Io oramai con la musica non ho più nessuna esitazione. Mai! Ascolto qualcosa, mi piace, ordinato. Voglio comperare musica, tantissima, ancora per tantissimi anni. Voglio seppellirmi di musica. Poi acquistare musica di questo genere ha anche più significato perché si tratta di musica di nicchia per la quale l’acquisto é forse più determinante di quanto non lo sia per artisti molto più famosi, affermati e commerciali.

      Comunque questo disco cresce con l’ascolto, dagli un po’ di giorni, é come una bottiglia di ottimo vino che ha bisogno di un po’ d’aria.

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