Guidare

Questa sera ho trovato posto in una hytte più spartana e ho deciso di fermarmi alle 19:30. Birra ce l’ho, mangiare anche e c’é pure il finale con il Lagavulin. Sto cucinando col Primus delle fette di polenta con sopra dei quadratini di formagella da fondere e mais dolce davanti ad un sole che ora alle 20:30 scalda ancora assai.

Ma che strano paese questo. Adesso sono le 22 e sono seduto sulla veranda della mia hytte e il sole ancora scotta qui a Ulvsvåg presso il Sørkil Fjordcamping.

Oggi sono tornato a vestire un abbigliamento prettamente estivo, 25° qui in veranda ci sono tutti. Oggi ho preso il primo traghetto del mio viaggio, una tratta di mezz’ora che collega Skarberget con Bognes per evitare un fiordo che impedisce alla strada di continuare. Oggi é stato un vero piacere guidare già saltando di isola in isola nell’arcipelago delle Lofoten ma soprattutto attraversando le enormi vallate che ho incontrato sulla terra ferma.

Mi piace un sacco guidare la mia auto che é la mia casa che mi porta a casa. Tra l’altro ho scoperto in Germania la settimana scorsa che tra i 140 e i 150 Km/h la mia Renault entra in uno stato di silenzio, una specie di dimensione perfetta in cui ogni rumore del motore si quieta e l’auto vola via morbidissima.

Stavo riflettendo sul fatto che qua in estate  mosche, api, farfalle, gabbiani sono sempre indaffarati. Anche le zanzare, purtroppo. Unico vero flagello di questo viaggio. Per il momento solo le Lofoten ne erano prive, sennò sempre presenti ovunque, anche nel freddo di Capo Nord.

Ora sono di nuovo in movimento con la semplice constatazione  che ci sono poche sensazioni che battono quella di fare benzina e comprarsi un caffé da bersi in auto mentre si viaggia. Intanto sto ascoltando tutti i classici del southern rock americano, dai Lynyrd Skynyrd agli Allman Brothers, dai Molly Hatchet ai Little Feat.

E’ finita la giornata e sono arrivato a Sandnessjøen per la notte. Questo posto, obiettivamente bello, ha l’aspetto di certe cittadine  americane nate un po’ per caso e senza una vera vita. Sono in una specie di ristorante di una via del centro e mi hanno fatto pagare la cena prima di servirmela. Ma che cazzo é? Non si tratta di un fast food. Ho deciso che é un posto di merda! Poi qua dentro nessun capisce un cazzo di inglese e dunque ho anche fatto fatica a spiegargli che erano dei coglioni. Alla fine credo che abbiano capito, ma molto dopo, anzi spero decisamente dopo avermi servito.

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3 commenti

  1. ehila ti seguo da un baretto della della spiaggia di Redang (MY) dove mi hanno gentilmente offerto una connessione satellitare:-)
    bel concetto quello di Sandnessjøen: fai vedere se sei solvibile e poi ti porto il cibo… un ristorante dove non esiste la frode dello scotto;-))

    • Bene, devo dire che questo concetto di comunicazione globale é spettacolare. Tu in Malaysia, io in Norvegia e gli altri amici che ci leggono dalla Svizzera e dall’Italia. E’ tutto sempre più piccolo.

  2. LOL… pagare prima di cenare è un concetto fantastico. Così se mangi merda loro se ne fottono.
    Ah ah…hai visto i norge;)

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