Scusa Z’Graggen, sei buono!

Quanto sto per scrivere é falso ma mi é stato utile per capire una cosa fondamentale:

Mai sparare giudizi affrettati!

“Oggi é un giorno speciale. E’ la prima volta che butto nel lavandino un bicchiere di whisky perché francamente non me la sento di finirlo. Mi dispiace ma veramente non é possibile. Non mi procura nessun piacere, anzi al contrario faccio veramente fatica ad inghiottirlo. Peccato. La bottiglia prometteva bene.

Z’Graggen, prodotto a Lauerz nel canton Svitto. 40% di volume d’alc. e ben 8 anni di invecchiamento. Già solo questo mi aveva fatto immaginare cose straordinarie, poi devo dire che il profumo, girando un po’ di questo whisky nello sniffer, era abbastanza invitante ma al primo sorso l’impatto con la dura realtà di un whisky molto amaro che ha perso tutte le caratteristiche che un distillato di malto dovrebbe avere. Sembra quasi che qualcosa sia andato storto in una delle fasi di produzione. Comincia veramente a crescere in me il sospetto che molte microdistillerie abbiano cominciato a produrre whisky  giusto per aggiungere un prodotto in più al proprio inventario senza preoccuparsi troppo della qualità.

Negli ultimi anni la popolarità del whisky é cresciuta a dismisura e molti produttori si saranno detti “perché no? Proviamoci.”Produco già di tutto e se aggiungo anche il whisky, oggi trovo qualcuno che me lo compera.”

Mettiamolo comunque da parte per il momento. Magari questa sera ho la bocca un po’ rovinata da altri gusti. Farò un altro tentativo in un altro momento.”

Nuova valutazione

Oggi é un altro giorno e ho fatto un altro tentativo.

Avevo preso un granchio! Mi ero rovinato il palato con una merdosa frutta sciroppata che mi faceva apparire tutto molto amaro. Oggi in effetti devo riconoscere che c’é di più di quanto avessi pensato in questo whisky.

Non é sopra la media ma in fondo può essere anche apprezzabile. Vi chiederete ma come é possibile provare un whisky e dire che fa schifo poi riprovarlo il giorno dopo e dire che é buono? Neanche un principiante farebbe così. E’ vero, non si fa così ma questa esperienza mi permette di sottolineare quanto sia importante condurre una degustazione secondo le regole, in modo da cogliere gli aromi e i profumi nel modo più pulito e neutrale possibile. E’ altresì vero che non tutti i whisky sposano allo stesso modo con il cibo e probabilmente é necessario gustarli in più occasioni per capirne l’aroma, per poterli collocare. Mi rendo conto che in futuro sarebbe più corretto non sparare giudizi troppo affrettati.

Ho sbagliato!

Bisogna sempre lasciare una seconda chance ad un whisky. Anche una terza o una quarta. Ma poi in fin dei conti una collocazione la si trova per quasi ogni whisky.

Dunque Z’Graggen é pure un whisky apprezzabile, abbastanza secco, ma un po’ di amaro affiora sul finale che é decisamente più lungo e articolato rispetto a quello di altri whisky svizzeri che in genere maturano solo 3 anni. Meno frutta e più malto direi.

Sorry again Z’Graggen, you’re good, indeed!

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3 commenti

  1. La bottiglia di vetro smerigliato rimane però orrenda, secondo me….
    Ciao
    Raf

    • Hai assolutamente ragione. Mi sorprendo in effetti per non averlo sottolineato nel post. Questo vetro non si addice al whisky. So che il colore in fin dei conti non dovrebbe essere un fattore da prendere in considerazione durante una degustazione soprattutto perché oramai moltissime distillerie si arrendono ad un utilizzo massiccio di caramello per dare al distillato il caratteristico colore ambrato rendendo di fatto inutile il soffermarsi a disquisire sul colore del whisky. Resta il fatto che utilizzare questa bottiglia é un peccato se si é preparato con cura un distillato che negli anni di contatto col legno ha preso un bel colore. Perché nasconderlo?
      Good call, Raf!

  2. I grandi uomini riconoscono i propri errori…
    Quelli piccoli dicono di essere stati fraintesi (e spesso danno la colpa ai giornalisti). 🙂

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