Jazz Afternoon

Oggi é un jazz afternoon quasi perfetto. Nebbia e pioggia fuori, tutto grigio con la pioggia che scende sottile. Ho appena terminato la  mia spigola spruzzata di limone e accompagnata da qualche patata lessa. Il camino é ancora acceso e l’Europa é avvolta da una nube di cenere. Bellissima parola – cenere –  me la sto ripetendo in testa, suona benissimo.

Sto ascoltando un inconsueto John Scofield totalmente acustico, dall’ album Quiet per prepararmi al concerto di questo tardo pomeriggio. Intanto dopo aver chiuso il capitolo pranzo con un sorso di Ardbeg Rollercoaster mi offro un dessert dolce con la complicità di un Bourbon che ancora devo scegliere.

 

After The Fact
[audio:http://www.johnscofield.com/scoaudio/quiet/afterthefact.mp3|titles=John Scofield: After The Fact]

Poi alle 17 e 30 arriva il concerto di Scofield.

Assisto completamente ipnotizzato per tutta la durata del concerto.

Non é che la sua musica abbia questo effetto sulla mia mente. Anzi tutt’altro. Sembro ipnotizzato per il fatto  che, come sempre capita quando lo ascolto, mi sorprendo tutto concentrato nel vano tentativo di capire la meccanica dei suoi soli, le sue pause, i suoi attacchi ritardati e tutte le sue grandi intuizioni melodiche. Ecco, questo é l’esercizio che mi ha visto assorto e attentissimo durante tutto il concerto con qualche breve pausa che mi ha permesso di catturare qualche immagine.

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