Guano Padano

E’ passata un’altra settimana e sono di nuovo al Circolo Magnolia, di fianco all’idroscalo di Milano, mi sto gustando un’ottima Kilkenny alla spina e ho voglia  di scrivere un poema lunghissimo questa sera. Siamo in pochissimi per il momento. In sottofondo musica bellissima shoo bap, shoo bap mentre sono seduto nel settore un po’ lounge di questo posto, direi. Stanno proiettando un poliziesco italiano degli anni settanta con Yanez De Gomera, che non mi ricordo come cazzo si chiama.

Questo pomeriggio Randy Couture ha demolito il buon Mark Coleman nello scontro tra veterani “Hall of Famers” dell’ Ultimate Fighting Championship, al Mandalay Bay Events Center di Las Vegas. Tutto é avvenuto ieri sera ma grazie all’altruismo degli internauti i combattimenti erano disponibili in rete già un paio di ore dopo l’evento.

Qui invece stesso buttafuori rumeno dell’altra volta che tra le altre cose raccontava settimana scorsa di essersi mangiato 24 galline per cena.

Ho scoperto che perdo forfora dalla barba, quella sul mento e mentre faccio questa scoperta i Guani stanno mangiando qui al tavolo di fianco.

Oggi mi sono sentito di fare qualche esercizio di recupero nel simpatico giardinetto della mia memoria. Ho tolto un po’ di erbacce e ho rimesso in bella vista delle piante che tenevo nascoste da un po’. Cosa ci può essere di più bello di un pomeriggio passato nel deserto a girovagare tra i resti di antiche presenze umane, nel silenzio e nella solitudine? Per me ci sono poche altre cose che valgono tanto. Stare li alla ricerca di segni, di cose, rotte possibilmente. Indizi di una presenza umana terminata. Cazzo! Ma quanto mi piace la ruggine. Adoro tutte le cose scassate. Spesso una cosa comincia ad interessarmi quando smette di funzionare.

Ma che palle il calcio. Ora non c’é più il poliziesco ma Fiorentina e Roma che rompono le palle. Sono le 21 e 32 e qua niente lascia intravvedere una decente platea da concerto, anzi adesso mi torna in mente una domenica sera di 11 anni fa a Jacksonville in Florida con gli Inasense (oggi Soulfarm). Ci trovammo in un locale dimenticato da tutti, in periferia, con tre spettatori di numero. Una serata indimenticabile.

Porcattroia fa abbastanza freddo qui dentro e i Guani non hanno nessuna intenzione di cominciare. Cominciate cazzo! Ma in fondo chi se ne fotte… Non esiste più il tempo e io sono in giro a zonzo un po’ come quando ero in USA. Adesso mi sorge però il dubbio! E se avessero già suonato. Magari stanno solo cenando e poi vanno fuori dai coglioni. Fra un po’ me ne torno a casa, azz.

Guano Pagano

L’attesa é stata finalmente ripagata:

Qui sotto non si tratta della serata al Magnolia ma il pezzo é perfetto per chiarire in quale territorio musicale ci portano i Guano Padano. Si passa dal rock desertico alla Calexico, alle atmosfere sospese di chitarre eteree che mi ricordano la timbrica di Bill Frisell, lap steel lunghissime e pedal steel riverberate alla Friends of Dean Martinez. Ovviamente Morricone é dietro l’angolo.

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2 commenti

  1. Eh, eh! Hai ragione. Sono due settimane che parlo di deiezioni… Little Planets diventa ora un imperativo. Mi prendo questo impegno solenne, ora, pubblicamente. Avrò anche io la mia pagina Myspace, anzi, già esiste ma é priva di contenuti.

    Il prossimo post “fecale” vedrà “Little Planets” al centro delle mie attenzioni.

  2. Guano, Guano, il Guano… dopo ‘i giorni della merda’ non poteva esserci post piu’ azzeccato. Ma il guano si sa… è un ottimo fertilizzante, se poi fa nascere certe sonorità desertiche, dalle nebbie padane o dalle prealpi Certaresi… aspettiamo con ansia ‘little planets’ CD magari come i Guano con fischio Morriconiano di Alessandroni.

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