Tolkien, Orata Reale e Trishka

Oggi per un breve istante mi sono visto protagonista dell’epica tolkieniana quando in serata, con il camino acceso in camera e tutte le luci abbassate mi sono deciso a ridare un’occhiata al primo capitolo della fantastica trilogia di Peter Jackson. Già questo tardo pomeriggio ero sceso nel bosco a raccogliere un po’ di legna. Ci sono dei mucchi oramai stagionati di legna che ho tagliato l’anno scorso, tutti ricoperti di foglie morte che nelle ultime settimane hanno cominciato a cadere dai castagni. C’é un piccolo piano nel bosco sotto casa mia, un luogo in cui si radunano e riposano spesso i cervi. Uno dei miei rifugi prediletti. La nebbia, che avvolge ogni cosa già da questa mattina, rende l’atmosfera rarefatta e suggestiva, le ragnatele sono tutte imperlate d’acqua, il bosco é silenzioso. Si sente solo il fiume giù in fondo alla valle. Io cammino perlustrando il suolo come un animale selvatico i cerca di radici con tutti i sensi tirati, come per amplificare ogni minimo rumore, un ramo spezzato a terra da qualche parte nella nebbia a valle, un uccello che rovista tra le foglie. Sento lo stesso rumore delle foglie che cadono dagli alberi e sbattono sui rami più bassi. Tutto é veramente amplificato.

cime-nella-nebbia

Ma ritorniamo a questa sera. Partono le prime immagini del Signore degli Anelli, io mi avvicino alla mia finestra e la spalanco per dare un’occhiata di fuori. I banchi di nebbia stanno salendo abbastanza veloci, fra un po’ sarà buio, il fuoco del camino mi scalda la schiena ma un’aria fresca e umida entra dalla finestra. Sto cercando di infilare il mio sguardo nei limiti del bosco.

Una voce lenta e mezza sussurrata:

Il mondo é cambiato, lo sento nell’acqua, lo sento nella terra. Lo avverto nell’aria. Molto di ciò che era si é perduto, perché ora non vive nessuno che lo ricorda…

Per un momento, a sentire queste parole, mi corrono i brividi lungo la schiena. Da un momento all’altro potrebbero sbucare fuori dal bosco i Nazgul, i cavaglieri neri con il loro cavalli spettrali, e io sarei  dunque costretto a  scappare. Questo, come altri rari momenti qui nella mia valle, é un istante in cui tutto scompare e rimango solo io e il bosco. Me lo chiedo spesso, come sarebbe questa valle se tornassi indietro di 5000, 10000 anni. Se non ci fosse il conforto delle strade, delle luci, delle case. Mi immagino questa valle  tutta bosco e basta. Credo che sarei a mio agio comunque. Anzi sicuramente. Io avrei voglia in verità di andare caccia per necessità, di uccidere un altro animale e mangiarmelo, di vivere come una bestia. Mi sentirei a mio agio in una capanna fatta di legna e strame. Mi sentirei bene a girare nei boschi per ore al fine di conquistarmi la giornata.

nebbia

Adesso é trascorsa quasi una settimana, é sabato e il tempo sta cambiando. La nuvole si stanno addensando e da stasera comincerà a piovere probabilmente. Domani sarà dunque un’altra domenica che dedicherò alla rivisitazione tolkieniana. Intanto ho appena terminato una sontuosa orata reale cotta in crosta di sale al forno che mi ha gratificato tantissimo. tony trishka territoryAdesso sto ascoltando il notevole esercizio stilistico di Tony Trischka che con il suo banjo attraversa innumerevoli stili musicali con una sorprendente vena creativa. Sicuramente un grande innovatore dello strumento. Sto ascoltando con attenzione, quell’attenzione che questa musica si merita. La buona musica meriterebbe sempre di essere ascoltata con attenzione e concentrazione. Bisogna sedersi, spegnere le luci e ascoltare. Nient’altro. Magari un bicchiere di whisky, come sto facendo in questo momento: Old Pultney invecchiato 12 anni, dalla costa orientale del nord delle highlands scozzesi. Dalla cittadina di Wick, in riva al mare, questo whisky ne ha preso l’odore e il gusto. Impossibile non accorgersene. Sa proprio di sale di mare questo whisky e non avrei potuto scegliere di meglio per accompagnare l’orata.Old Pulteney12

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