Route 66

Minchia quanta strada ho fatto oggi. Non vedevo l’ora di arrivare sulla 66, ma forse non vedo l’ora di arrivare nel deserto. Sono partito da Little Rock alle 9 del mattino  e sono arrivato qui a Oklahoma City alle 9 di sera. Ma io potrei senza dubbio fare il camionista. Questa mattina sono partito con l’intenzione di prendere la 66 sin dall’inizio dell’Oklahoma, in alto ad est. Così mi sono diretto a Joplin e da li ho cominciato la mia lunga discesa lungo la “strada Madre”. Ho avuto ancora un po’ di tempo per entrare in Missouri e Kansas (tutti nomi che evocano roba fantastica). Devo ammettere che non é stato semplice seguire la strada madre, che a tratti scompare, a momenti non é che una stradina di campagna in terra battuta e per lunghi tratti ha ricevuto numerazioni differenti.

66

conocoIl passato glorioso di questa strada é ancora visibile. E’ curioso notare come si sia deciso di lasciare deperire gli edifici dismessi senza abbatterli. E’ il tempo a compiere il suo intervento demolitore. Le piante si impadroniscono delle case abbandonate e col passare dei decenni se le mangiano letteralmente. Ogni piccola cittadina mostra con orgoglio ma a volte anche con rassegnazione la classica via centrale con le due file di edifici spogli. Gran parte dei businness sono chiusi, tutti belli, bellissimi ma chiusi. Comunque oggi in USA non si costruisce più così.

Ok, señores y señoras,
oggi ancora un miliardo di miglia dedicate alla splendida esperienza che é la 66. Sono più o meno riuscito ad impostare il navigatore in modo che mi carichi degli itinerari specifici, strade non asfaltate incluse, e dunque l’esperienza immersiva é stata finalmente totale. Ho finalmente assaporato la remota solitudine di paeselli sperduti sul “tavolo piatto” tra Oklahoma e Texas. E’ stato un festival del decrepito, il trionfo del rudere.

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Tra l’altro sto gustando la prima cena messicana qui all’Acapulco in centro Amarillo. Un gustoso Acapulco Combo Plate servito su un piatto a mille gradi credo. Il locale é immenso, grande come metà Piazza Riforma con tanto di fontana zampillante al centro e sto mangiando di gran gusto. Una nota stonata però: sto bevendo un piscio di birra. Michelob Ultra che deve essere analcolica perché io di alcohol non ne sento proprio.

Qua c’é una cameriera un po’ tanto giovane ma fotocopia di Eva Mendes giusto per aggiungere un po’ di colore. Ho appena constatato che la salsa per intingere i nachos contiene coriandolo. Che grande creatura il coriandolo. Lo faccio tra l’altro crescere a Certara.

Oh! E’ partita una ola spontanea da parte mia perché la cameriera mi ha recuperato una Sam Adams. Mamma mia che differenza rispetto alla Piscelob.

Sapete che vi dico? Una volta nella vita conviene farsi un po’ di 66 in Oklahoma, soprattutto ascoltandosi un po’ di musica giusta, come per esempio alcuni brani pubblicati su questo blog. Ci stanno alla grande. Non so se l’ho già scritto ma oggi ho vissuto momenti di pura gioia bucolica mentre percorrevo delle tratte di strada assai dissestate. Un paio di volte mi sono visto costretto a fare marcia indietro perché la strada era inagibile! ma é o non é una figata un fatto simile? Dico io!

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Si parla proprio spagnolo qui dentro. Anche questa é una figata.
Bene, adesso me ne torno in motel dove 2 Sam Adams mi aspettano sulla ventola dell’aria condizionata.

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4 commenti

  1. tutto ciò è un figata

  2. Great stuff, great music! Deep coverage of desert and solitude, would be very welcome. Keep the ball rolling..

  3. Hia assaf, veramete ecceziunale il viaggio che stai facendo, come funzia con scatti pano? (si può taleizzare il coriandolo?)

  4. Oh, ormai ci sei!
    Tra poco entrerai in NM e sarai ben presto in contatto sia con gli alieni che col deserto….gaaaaz!!

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