Il sole spacca i sassi

In un momento di delirio, catalizzato dal caldo, mi sono ritrovato a venerare un cespuglio verde carico di gocce di rugiada, che resiste in un ambiente assolutamente inospitale, in un luogo in cui il sole riesce a spaccare i sassi.

Qui una pianta, viva, riesce a stare esposta ai raggi solari per una vita intera, senza bruciare. Non si sposta, non si mette all’ombra. Questo cespuglio é l’essere supremo.

Io cammino contaminato su questa terra e in questo luogo non avrei nessuna speranza di sopravvivenza. Sono solo di passaggio e questa sera probabilmente affonderò i denti in una succulenta T-Bone Steak innaffiata di Sierra Nevada Pale Ale da qualche parte in qualche piccolo paese in questi immensi deserti. Solo così posso sopravvivere io. Ma il cespuglio in questione si accontenta veramente di pochissimo e si ingegna per ricavare il massimo dal minimo. Che esempio da seguire. Io venero questo cespuglio. Lo rispetto più di ogni altra cosa in questo momento. Non esiste nient’altro.

Ma che dire del ciclista che abbiamo incontrato in agosto, vestito di nero. Pedalava barcollando in mezzo alla Valle della Morte. Procedeva lento.

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